Santanchè cambia avvocato e l'udienza del 26 marzo rischia di slittare: così la ministra rimanderebbe a data da destinarsi le eventuali dimissioni

Accusata di truffa aggravata ai danni dello Stato, aveva legato un passo indietro dal governo a un eventuale rinvio a giudizio. Ma con la sostituzione di uno dei suoi legali avrà più tempo

“Credo che nulla interverrà nella prima udienza, sono assolutamente tranquilla. Se volete saperlo, non vado a casa il 26 marzo”. Daniela Santanchè era stata profetica, anche se nel video si è confusa parlando di maggio. Perché, alla fine, non ci dovrebbe essere nessun’udienza: tutto rimandato a data da destinarsi. Neanche 24 ore dopo le parole pronunciate nella sede milanese di Fratelli d’Italia in Corso Buenos Aires, la ministra del Turismo decide di cambiare uno dei suoi due avvocati. Fin qui un normale esercizio di un diritto, ma il colpo di mano di Santanchè ha diversi effetti. Il più immediato potrebbe essere quello di far slittare, appunto, l’udienza preliminare per l’accusa di truffa aggravata allo Stato, prevista per domani 26 marzo (nel video, la ministra del Turismo si è confusa e ha parlato di "maggio"). La gup milanese Tiziana Gueli potrebbe rinviare tutto per dare tempo al nuovo legale - Salvatore Pino - di leggere e studiare le carte. Ma il punto è un altro perché, con questo cambio di strategia legale, la ministra riuscirebbe a guadagnare un po’ di tempo prima di sciogliere il nodo delle dimissioni, che lei stessa aveva più volte legato a un eventuale rinvio a giudizio (sarebbe eventualmente il secondo, dopo quello per falso in bilancio di Visibilia). Ma non è tutto. A fine marzo la gup Gueli lascerà l’ufficio delle udienze preliminari per diventare giudice di dibattimento. Con la concreta possibilità che il dibattimento ricominci dall’inizio di fronte a un altro giudice, quello che sostituirà Gueli. E che Santanchè riesca, così, a prendere ancora più tempo prima di decidere se fare un passo indietro o meno.

Tutte le accuse a Santanchè

Quella che si sarebbe dovuta celebrare domani è l’udienza relativa all’accusa di truffa aggravata ai danni dell’Inps. La procura di Milano ipotizza che Santanchè, tramite la sua azienda Visibilia, abbia incassato durante il Covid 126 mila euro di cassa integrazione, nonostante i 13 dipendenti lavorassero in smart working. Un tentativo di prender tempo c’era già stato a gennaio, quando la Cassazione era stata chiamata a decidere sulla competenza territoriale del processo (se celebrarlo a Milano o a Roma), ma in quell’occasione la Suprema corte aveva rigettato la richiesta dei difensori e stabilito che tutto dovesse procedere nel capoluogo milanese. Ma non è l’unica grana giudiziaria per la ministra, perché lo scorso 17 gennaio è stata già rinviata a giudizio per un altro filone, che riguarda sempre la galassia Visibilia, ma per l’accusa di falso in bilancio. E poi c’è l’indagine per bancarotta intervenuta dopo il fallimento di un’altra sua società, Ki Group Srl, messa il 9 gennaio del 2024 in amministrazione giudiziaria con conti in rosso per 8,6 milioni di euro. Stessa situazione che potrebbe replicarsi per Boera Spa, fallita lo scorso 4 dicembre.

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