Se un giorno ci fosse una tecnologia che con 5 grammi di combustibile producesse l'energia elettrica necessaria in un anno a una famiglia italiana, dimezzasse per tutti le bollette, mantenendole basse e fisse per 60 anni senza più legarle alle bizzarrie del gas e delle fonti intermittenti; se quella tecnologia fosse anche la più pulita, la più sicura e con il minore consumo di suolo e materiali; se infine il combustibile provenisse da Paesi “amici” e ne potessimo fare scorta per anni, siete d'accordo o no che sarebbe folle farne a meno? Beh, quella tecnologia esiste già e l'ha "inventata" un italiano: è il nucleare.
La prima fonte di produzione elettrica dell'Ue è anche quella con il più basso impatto ambientale: emette la minima quantità di CO2 (5,5 grammi) per chilowattora generato, richiede da 3 a 7 volte meno materiali e occupa da 300 a 1.000 volte meno suolo di fotovoltaico ed eolico. Tanto che nel 2024 le emissioni elettriche della Francia sono state 10 volte meno della Germania. E per soddisfare il fabbisogno elettrico italiano al 2050 con eolico e fotovoltaico, servirebbe una superficie più grande della Campania.
I detrattori, che si definiscono per lo più ambientalisti, non potendo misconoscere queste evidenze, provano ad agitare lo spettro della sicurezza e delle “scorie”, tentando in tutti i modi di tener vive paure immotivate dal punto di vista tecnico e scientifico. Per scoprire il bluff è sufficiente leggere anche solo il riassunto del rapporto che il Centro comune di ricerca dell'Ue ha redatto, su richiesta della Commissione e del Consiglio, a supporto dell'equiparazione del nucleare alle fonti rinnovabili. La conclusione è lapidaria: considerando l'intero ciclo di vita, scorie incluse, «non vi è alcuna prova scientifica che il nucleare faccia più danni alla salute umana e all'ambiente delle altre tecnologie della tassonomia verde europea».

Così, dall'anno scorso l'energia elettronucleare può essere remunerata con contratti a due vie che prelevano l'intera produzione di una centrale a un prezzo fisso, indipendente dalle variazioni di Borsa, riducendo in questo modo le incertezze sulla vendita dell'energia e quindi gli oneri finanziari che gravano oggi sul costo dell'energia nucleare. E poiché la produzione è continua, notte e giorno, estate e inverno, e le centrali possono essere localizzate vicino alla domanda, il nucleare abbatte anche la sovraproduzione di energia legata alle fonti intermittenti e i fabbisogni di accumulo, di reti di trasmissione e di sistemi di bilanciamento; in questo modo alleggerendo ulteriormente la bolletta.
Tutto questo è dettagliatamente spiegato sul sito di Azione, con scenari e numeri che non lasciano dubbi sulla necessità e urgenza del ritorno dell'energia nucleare nel mix elettrico italiano. Per questo, insieme con altre associazioni, abbiamo raccolto in pochi giorni le firme necessarie a depositare in Senato una proposta di legge di iniziativa popolare per avviare subito la produzione di energia nucleare con la migliore tecnologia disponibile. Tutte le tecnologie attualmente ancora in via di sviluppo prima o poi saranno pronte e allora gli investitori le prenderanno in considerazione valutandone l'effettiva maturità, insieme con l'autorità di controllo. Ma il nucleare ci serve adesso e perciò servono al più presto le “regole” per aprire i cantieri per la costruzione di una flotta di reattori di terza generazione. Come sempre noi faremo la nostra parte.