Un software che l'azienda israeliana Paragon Solutions vende soltanto ai governi - non a privati - è stato utilizzato per spiare privati cittadini, attivisti e giornalisti. È il caso di spionaggio che avrebbe creato non pochi imbarazzi all'esecutivo Meloni e sul quale, tuttavia, manca chiarezza. Un appello a fornire risposte è arrivato da John Scott-Railton, esperto del The Citizen Lab dell'Università di Toronto, che oggi - 16 aprile - è stato ascoltato dal Copasir. L'audizione è durata circa due ore e mezza ed era l'ultima, sul caso Paragon, nel calendario del Comitato parlamentare per la sicurezza della Repubblica. "Noi crediamo che, vista la nostra conoscenza di come funziona Paragon, il governo italiano abbia la capacità di controllare le tracce dello spyware Graphite in ogni dispositivo in uso in Italia e dire chiaramente e velocemente se questa tecnologia è stata usata contro il giornalista Francesco Cancellato. Se la risposta è no, il passo successivo è chiedere ad altri governi, chiedere a Paragon. Noi speriamo che il governo italiano faccia una comunicazione chiara: 'siamo stati noi o non siamo stati noi'", ha affermato Scott-Railton. The Citizen lab ha svolto analisi forensi su alcuni degli italiani che hanno avuto il telefonino infettato con lo spyware, tra cui gli attivisti di Mediterranea saving humans Luca Casarini e Beppe Caccia.