Lo stop definitivo dopo la sospensione dello scorso febbraio. Luca Casarini: "Dal Copasir tante cose non vere. Perché non ci ha mai convocato? Perché siamo stati spiati per 5 anni come fossimo terroristi e criminali?"

Rescisso il contratto tra Paragon e governo, accusato di non voler indagare su chi ha spiato giornalisti e attivisti

Dopo lo stop temporaneo di febbraio, è stato ufficialmente rescisso il contratto tra Paragon Solutions e il governo italiano. “In occasione dei sopralluoghi effettuati dal Comitato presso le Agenzie”, si legge nel rapporto del Copasir sull’uso dello spyware Graphite da parte di Aise e Aisi, “si è addivenuti alla decisione di rescindere comunque il contratto con Paragon".

La nota di Paragon

Ieri - 8 giugno - la società israeliana, con una nota pubblicata su Haaretz, aveva puntato il dito contro il governo Meloni che avrebbe “avuto un modo per determinare se il suo sistema fosse stato utilizzato contro il giornalista Francesco Cancellato ma non ha voluto utilizzarlo. Per questo - ha concluso - abbiamo risolto i contratti in Italia". "L'azienda - si legge ancora - ha offerto al governo e al Parlamento italiano un modo per determinare se il suo sitema fosse stato usato contro il giornalista in violazione della legge italiana e dei termini contrattuali". In sintesi, significa che governo e Parlamento si sarebbero rifiutati di collaborare per scoprire chi abbia spiato giornalisti e attivisti e con quali modalità. Ma la società israeliana sembrerebbe contraddire la relazione del Copasir anche in un altro passaggio, cioè quello in cui spiega che sarebbero stati i servizi d'intelligence italiani a stracciare il contratto e non viceversa. "Alla luce delle recenti conclusioni raggiunte dalla commissione parlamentare italiana - conclude la nota - Paragon è pronta ad assistere in qualsiasi indagine, qualora le autorità italiane ne facciano richiesta ufficiale".

Restano i punti interrogativi

Cessano i rapporti commerciali, ma rimangono i punti d’interrogativi dietro alla vicenda di presunto spionaggio ai danni del direttore di Fanpage e di attivisti della ong Mediterranea, tra cui anche il suo fondatore Luca Casarini. Il Copasir, che vigila sull’operato dei servizi segreti italiani, negli scorsi giorni era sì arrivato alla conclusione che Casarini fosse stato intercettato, ma non con il software in questione. E, ha aggiunto, una prima volta dalla fine del 2019 a marzo 2020, con una delega rilasciata dall’allora presidente del Consiglio Giuseppe Conte. Lo spyware Graphite è stato usato invece da Aisi e Aise, i servizi segreti interni ed esteri, rispettivamente dal 2023 e dal 2024, ma il Copasir ha aggiunto anche che gli utilizzi sono stati “conformi alla normativa vigente”.

Casarini: "Perché siamo stati spiati per 5 anni?"

Versioni - soprattutto la prima - che non ricalcano totalmente le dichiarazioni di Paragon. “La società Paragon Solution ha fatto sapere di aver rescisso il contratto con il governo italiano a causa del fatto che il Copasir non ha voluto procedere all'accertamento su chi ha spiato giornalisti italiani, Paragon ha anche affermato che il Copasir è stato informato che è possibile accertare chi ha spiato il direttore di Fanpage, ma di fronte alla decisione di non procedere, la società israeliana ha deciso di rescindere il contratto”, ha affermato Casarini. “Il Copasir dunque - prosegue il fondatore di Mediterranea - nella sua relazione, ha scritto cose non vere, dichiarando che lo spionaggio dei giornalisti non c'entra con Paragon che non è possibile al momento accertare chi ha spiato Cancellato. Paragon sa bene chi è stato ad attivare il software militare per spiare i giornalisti, e proprio per questo ha deciso di interrompere i rapporti. Perché il Copasir non ha voluto accertarlo? Perché noi attivisti siamo stati spiati per 5 anni come fossimo terroristi e criminali? Perché il Copasir non ci ha mai convocato? Che fine hanno fatto i dossier prodotti su di noi dai servizi? In quella relazione che oggi si scopre anche edulcorata e inesatta sulla parte che riguarda Paragon, ci sono troppi buchi. Il parlamento se ne occuperà oppure tutto ricadrà nel solito dimenticatoio italiano?”, ha concluso.

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