Politica
22 aprile, 2025

Giorgia Meloni gioca tra due forni: le alleanze con Francia e Germania

"Per essere ascoltata, l’Italia non può schierarsi senza riserve, ma deve saper muovere pedine su più tavoli contemporaneamente"

In attesa di capire, nei prossimi mesi, come proseguiranno i rapporti con gli Stati Uniti di Donald Trump, Giorgia Meloni inaugura la politica dei due forni con Francia e Germania. Meloni sta giocando una partita diplomatica delicatissima. Mentre il Paese osserva le mosse del suo viaggio in Usa, lei mantiene la rotta tra i due grandi poli europei.

 

Secondo fonti vicine a Palazzo Chigi, la strategia di Meloni non è solo frutto di calcolo, ma di una visione chiara: non è più tempo di essere spettatori nella partita europea, ma protagonisti. «Meloni ha imparato bene la lezione della politica internazionale», racconta una fonte interna, «sa che per essere ascoltata, l’Italia non può schierarsi senza riserve, ma deve saper muovere pedine su più tavoli contemporaneamente».

 

Il “forno francese” è il primo a essere acceso. Roma e Parigi sono legate da rapporti storici, economici e diplomatici che passano anche dal Quirinale. C’è la necessità di rinsaldare un’alleanza che può dare forza alla sua posizione all’interno dell’Unione Europea. In più, la questione migratoria continua a essere una carta che entrambi i Paesi giocano in modo simile, anche se con modalità diverse.

 

«Non si può pensare che l’Italia resti un anello di congiunzione passivo tra Francia e Germania. Meloni sa bene che la Francia è un alleato da non perdere, soprattutto con l’approssimarsi di scadenze cruciali in Europa», aggiunge un alto funzionario di Palazzo Chigi che preferisce restare anonimo.

 

Ma se con la Francia il legame appare naturale, con la Germania la partita è più sottile. «A Berlino sono più prudenti e attenti, ma sanno che l’Italia senza l’alleanza con la Germania non potrebbe contare nulla nell’Ue», confida un insider del governo. La Germania è la sponda più solida per garantire che l'Italia resti al centro delle dinamiche europee.

 

Media europei in prima linea: il dopo-Trump ridisegna l’informazione globale. Con il disimpegno Usa, Berlino, Parigi e Londra stanno rafforzando la cooperazione nei media pubblici per contrastare la propaganda di Mosca e Pechino. Il ritiro di Donald Trump dagli affari europei non si ferma alla sfera militare e diplomatica, ma sta avendo un impatto significativo anche sul mondo dell'informazione. Dopo i tagli annunciati a Usaid e alla Us Agency for Global Media (Usagm), le potenze europee si muovono per rafforzare la propria influenza mediatica e contrastare la propaganda proveniente da Cina e Russia.

 

L’idea in discussione, a quanto siamo in grado di rivelare, è quella di potenziare la piattaforma dei servizi pubblici informativi, con un nuovo equilibrio che dia maggior peso all’asse Berlino-Parigi-Londra. La necessità è quella di unire le forze per evitare di rimanere scoperti nella competizione globale dell’informazione. La piattaforma che potrebbe essere utilizzata per questa strategia esiste già ed è il Dg8, alleanza tra otto grandi emittenti pubbliche internazionali, a cominciare da giganti del settore come Bbc e Deutsche Welle.

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