Il Plenum del Consiglio superiore della Magistratura ha approvato con voto a maggioranza il parere critico sul Dl Sicurezza proposto dalla VI commissione: 19 favorevoli, 4 contrari e 2 astenuti. "L'impatto complessivo che le nuove disposizioni potranno avere sul carico di lavoro e sull'assetto organizzativo degli uffici non è del tutto prevedibile". È, però, "evidente che il sistema giudiziario non potrà non risentirne". "Acclarato", invece, il fatto che "in linea di principio" sono solo gli "interventi ispirati alla logica opposta della depenalizzazione" a "favorire una migliore efficacia dell'organizzazione", mentre nel dl sicurezza "è presente un ricorso accentuato allo strumento penale" in termini di inasprimento delle pene e introduzione di nuove fattispecie di reato.
"Il Dl n. 48 del 2025 è composto da 39 articoli e riproduce quasi alla lettera il contenuto del disegno di legge di iniziativa governativa approvato dalla Camera in data 18 settembre 2024", è la premessa del Csm nel parere approvato sul Dl sicurezza. "Esula dal perimetro" della sua competenza - aggiunge - "ogni considerazione relativa alle ragioni per cui le disposizioni di un disegno di legge in materia penale in avanzata fase di esame parlamentare siano state trasfuse in un atto normativo urgente".
Intanto, al netto dei rilievi critici evidenziati dal Csm, il governo tira dritto scegliendo di blindare il pacchetto securitario. In una riunione a cui questa mattina, 14 maggio, hanno partecipato il ministro per i Rapporti con il Parlamento, Luca Ciriani, il sottosegretario Nicola Molteni, i presidenti delle commissioni Giustizia e Affari Costituzionali Ciro Maschio e Nazario Pagano e i capigruppo nelle commissioni, sarebbe stata data l'indicazione a procedere in maniera blindata sul provvedimento e la maggioranza dovrebbe, a questo punto, ritirare i propri emendamenti (sui quali il voto dovrebbe iniziare la prossima settimana).
Il consigliere laico del Csm, Michele Papa ha spiegato in una nota le ragioni del suo voto a favore: "Nel corso del dibattito in plenum sul parere ho espresso le mie valutazioni critiche sul decreto sicurezza, evidenziando come l'espansione incontrollata del diritto penale simbolico finisca per snaturare la funzione stessa della legislazione, trasformandola in un mero veicolo di comunicazione mediatica incapace di incidere realmente sui fenomeni criminali e, soprattutto, di garantire il cittadino dai rischi di arbitrari interventi punitivi. Ho richiamato anche le analoghe preoccupazioni che erano state già espresse sul decreto dall'Associazione italiana dei professori di diritto penale".