Il punto contestato introduce sanzioni penali per chi blocca strade o ferrovie con il proprio corpo. Non più solo una multa, ma pene fino a un anno di reclusione

Esame sul decreto Sicurezza, polemiche sull’articolo "anti-Gandhi". Le opposizioni: “Norme repressive”

Prosegue nelle commissioni congiunte Affari costituzionali e Giustizia della Camera l'iter di approvazione del decreto sicurezza. L’obiettivo, stabilito dall'ufficio di presidenza, è arrivare al mandato ai relatori entro le 17 di oggi, 22 maggio. Il testo dovrebbe approdare in aula lunedì 26 maggio, con la possibilità di un voto di fiducia. L'esame è arrivato all'articolo 14, il più contestato, al punto da essere ribattezzato "norma anti-Gandhi". Il passaggio controverso è quello che introduce sanzioni penali – e non più solo amministrative – per chi blocca strade o ferrovie utilizzando il proprio corpo. Oggi, il reato è punito con una multa fino a 4mila euro. Con la nuova norma, si rischierebbe fino a un mese di reclusione. La pena sale da sei mesi a un anno se il fatto è commesso da più persone insieme.

Le opposizioni hanno illustrato circa 500 emendamenti con interventi da cinque minuti ciascuno e hanno protestano contro quella che definiscono una gestione autoritaria dei lavori. La maggioranza starebbe infatti pensando di replicare la stretta sugli emendamenti anche alle dichiarazioni di voto. "Una doppia tagliola – dichiarano Simona Bonafè e Federico Gianassi, capigruppo Pd nelle commissioni – che rappresenta una forzatura inaudita e un precedente gravissimo per il Parlamento. È una scelta autoritaria che comprime in modo inaccettabile il dibattito democratico, tanto più su un decreto privo di reale urgenza e contenente misure altamente divisive". I due esponenti Dem si sono appellati al presidente della Camera Lorenzo Fontana affinché intervenga "a tutela del ruolo delle opposizioni e delle prerogative parlamentare".

"State trasformando l’Italia in uno Stato repressivo – ha denunciato Filiberto Zaratti di Alleanza verdi sinistra – volete colpire la libera manifestazione e punite il dissenso con il codice penale". Stefania Ascari (M5s) ha definito la norma "ideologica", mentre Rachele Scarpa (Pd) ha annunciato: "Manifesterò e mi farò arrestare". Di diverso avviso Forza Italia, con Enrico Costa che ha sminuito la portata repressiva del provvedimento: "Questa norma non colpisce i cortei, ma chi impedisce la libera circolazione – ha spiegato –. Non c’è nulla di scandaloso". Le opposizioni, per criticare la vaghezza della norma, hanno presentato un elenco paradossale di tutte le manifestazioni che potrebbero essere sanzionate, ma non lo saranno: un corteo funebre, un pastore con il gregge, una Via Crucis. 

LEGGI ANCHE

L'E COMMUNITY

Entra nella nostra community Whatsapp

L'edicola

Pronto chi truffa? - Cosa c'è nel nuovo numero de L'Espresso

Il settimanale, da venerdì 23 maggio, è disponibile in edicola e in app