La misura che il Colle ha chiesto di cambiare centralizzava i controlli al Viminale ed era stata voluta da Salvini e Piantedosi. Poi, a modifiche fatte, il comunicato del Mit: "Il Parlamento valuti integrazioni". Ma la Lega ripresenterà la stessa norma

La strigliata del Quirinale al governo: "Non indebolire i controlli ordinari antimafia per il Ponte sullo Stretto"

Dopo le modifiche chieste dal Quirinale sul decreto Infrastrutture approvato il 19 maggio dal Consiglio dei ministri, in particolare sulla misura che centralizzava i controlli antimafia al Viminale, è arrivata una nota del Colle che è un chiarimento ma anche una strigliata al governo: "La legislazione in vigore contempla norme antimafia rigorose per le opere come il ponte di Messina – si legge –. La norma proposta prevedeva invece una procedura speciale, adottata finora soltanto in casi di emergenza, come i terremoti, o di eventi speciali, come le Olimpiadi, che non risulta affatto più severa delle norme ordinarie". L'ufficio stampa della presidenza della Repubblica ha anche aggiunto che "la norma sui controlli antimafia non era contenuta nel testo preventivamente inviato al Quirinale", ma il riferimento normativo è comparso "poche ore prima della riunione del Consiglio dei ministri". Il ministro degli Interni Matteo Piantedosi – che insieme a Matteo Salvini aveva voluto e rivendicato il provvedimento poi depennato dai tecnici del Quirinale – ha detto di non aver "visto" la nota del Colle. "Vediamo, non conosco i rilievi. L'importante – ha aggiunto uscendo dal Senato dopo il Question time – è fare tutto quello su cui credo siamo tutti uniti".

I rilievi del Quirinale

Il decreto Infrastrutture vagliato dal Quirinale e inviato alle Camere per il ddl di conversione, dopo la firma di Sergio Mattarella, è leggermente diverso da quello approvato dal Cdm. Nella versione originaria nel provvedimento era stata inserita una misura legata al Ponte sullo Stretto che centralizzava appunto i controlli antimafia in una struttura del ministero degli Interni diretta dl prefetto Paolo Canaparo. Dopo i rilievi del Colle, però, questo passaggio – ritenuto inopportuno da Mattarella – è stato depennato. Il Ponte sullo Stretto, a differenza di eventi straordinari come Olimpiadi o calamità naturali, non ha tempi così stretti e urgenti: i lavori non sono ancora iniziati (manca ancora l’approvazione da parte del Comitato interministeriale per la programmazione economica e lo sviluppo sostenibile: il via libera dovrebbe arrivare tra due settimane) e secondo il cronoprogramma si prevede che l’opera veda la luce non prima del 2032. Per questo, sembrerebbe, i tecnici del Quirinale hanno ritenuto inopportuna questa misura derogatoria. Ma la Lega non ci sta e, a quanto apprende l'Ansa, ha intenzione di riproporre sotto forma di emendamento la norma sui controlli antimafia espunta dal testo finale del provvedimento.

La risposta di Salvini

Poco dopo la nota del Quirinale, da Genova ha risposto Salvini: "Chiederemo il massimo del rigore, il massimo della trasparenza, più poteri al ministero dell'Interno e alle Prefetture per verificare che non ci siano infiltrazioni. Dal mio punto di vista era importante, qualcuno l'ha pensata in modo diverso, vorrà dire che sarà il Parlamento a mettere il massimo delle garanzie. È chiaro – ha aggiunto – che quando ci sono le Olimpiadi, la Tav, opere importanti a Genova, Messina o Roma, bisogna vigilare in maniera totale, siccome a Messina ci saranno più di centomila posti di lavoro in ballo e migliaia di imprese coinvolte, è mio interesse che le Prefetture, le Procure, le associazioni, i sindacati, possano avere il massimo della vigilanza e della trasparenza", ribadisce Salvini.

La nota del ministero della Infrastrutture

Questa mattina, 22 maggio, il ministero delle Infrastrutture e dei trasporti guidato da Salvini ha diramato una nota sul tema: “Il Dl infrastrutture è in vigore. In sede di conversione, il Mit auspica fortemente che il Parlamento possa valutare l'importanza di alcune integrazioni, a partire dal rafforzamento dei controlli anti-mafia sul Ponte sullo Stretto a cui hanno già lavorato i Ministri Matteo Salvini e Matteo Piantedosi, con l'apporto dei Ministeri dell'Economia, della Difesa e della Giustizia. Un’opera così importante – continua – merita il massimo dell'attenzione, per garantire legalità e trasparenza nel coinvolgimento delle migliaia di imprese e degli oltre 100mila lavoratori che parteciperanno alla costruzione”. “Abbiamo proposto e condiviso un intervento che trasferisce la competenza dei controlli alla struttura centralizzata per la prevenzione antimafia presso il ministero dell’Interno”, aveva spiegato Piantedosi, specificando che così si sarebbe “centralizzato l’esito dei controlli, a testimonianza dell’impegno sulla prevenzione. Una struttura analoga a quella che sta lavorando su Milano-Cortina e nelle aree colpite da sisma”. 

 

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