Oggi il voto alla Camera sui 151 ordini del giorno, domani l'approvazione del provvedimento che passerà al Senato per avere il via libera entro il 10 giugno. L'esecutivo dà l'ok all'odg del leghista Iezzi che chiede "percorsi di assistenza sanitaria"

Decreto Sicurezza, dopo la fiducia incassata il governo apre alla castrazione chimica

È andata avanti fino alla mezzanotte di ieri - 27 maggio - la maratona alla Camera dei deputati sul decreto Sicurezza, in particolare per formalizzare i pareri del governo sui 151 ordini del giorno collegati al provvedimento. Riprenderà oggi l’iter con il voto sugli odg per arrivare alla praticamente certa approvazione, domani, del pacchetto securitario. Ma intanto il dl 48 un primo importante passo l’ha già fatto, con l’approvazione ieri pomeriggio da parte di Montecitorio della fiducia che l’esecutivo ha scelto di porre sulla misura: i sì sono stati 210, i no 117, gli astenuti 5. Il termine ultimo per convertire in legge il decreto approvato in Consiglio dei ministri il 4 aprile (e in vigore dall’11) è il 10 giugno. Tempi stretti che porteranno la maggioranza, come d’altronde già successo alla Camera, a blindare il provvedimento e non aprire a emendamenti.

 

Ma durante la seduta di ieri il governo non ha solo incassato la fiducia su quella che Antigone ha definito “il più grande attacco alla libertà di protesta della storia repubblicana”, ma si è anche espressa - con parere favorevole - su un ordine del giorno tecnicamente estraneo al decreto Sicurezza ma che la maggioranza ha scelto comunque di discutere (e oggi di votare) perché ritenuto connesso alla materia. L’odg è quello firmato dal leghista Igor Iezzi che impegna l’esecutivo a istituire “quanto prima una commissione con lo scopo di valutare, nel rispetto dei principi costituzionali in caso di reato di violenza sessuale, la possibilità per il condannato di aderire con il suo consenso a percorsi di assistenza sanitaria”. È il vecchio vessillo, mai tramontato, della castrazione chimica da sempre proposta dalla Lega. Nel formulare il parere, il sottosegretario all'Interno Nicola Molteni (in quota Carroccio) ha chiesto di riformulare l'impegno al governo aggiungendo le parole "conformemente agli impegni già assunti”.

 

“L'ok del governo all'ordine del giorno della Lega per istituire un tavolo tecnico sulla castrazione chimica rappresenta un grave scivolamento verso pratiche che richiamano pene corporali, in palese contrasto con la Costituzione e i principi dello Stato di diritto - hanno affermato i capogruppo Pd nelle commissioni Affari Costituzionali e Giustizia della Camera, Simona Bonafè e Federico Gianassi, insieme al responsabile Sicurezza dem, Matteo Mauri -. È particolarmente allarmante proseguono che anche forze storicamente garantiste della maggioranza, come Forza Italia, sostengano oggi senza alcun imbarazzo questa deriva giustizialista, del tutto scollegata da un'efficace strategia di prevenzione della violenza". Concludono gli esponenti Pd: "Il nostro ordinamento non può cedere a scorciatoie punitive di stampo medievale. Invitiamo il governo e la maggioranza a riflettere seriamente sulle implicazioni di questa proposta e a ritirare il sostegno a misure che minano i fondamenti del nostro ordinamento giuridico”.

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