Politica
12 giugno, 2025

Il ministro ha invitato alla cautela nell’uso delle intercettazioni. Per il titolare della Giustizia, la criminalità organizzata usa strumenti più sofisticati dei comuni dispositivi digitali

Nordio: "Sequestrare i cellulari per le indagini è una perversione, dentro c’è la vita delle persone"

Durante un incontro a Lussemburgo con i ministri della Giustizia dell'Ue, Carlo Nordio ha espresso forti riserve sull’uso del sequestro di cellulari e tablet nelle indagini giudiziarie. Il ministro ha spiegato che la criminalità organizzata oggi utilizza "piattaforme ultra sofisticate che non sono intercettabili attraverso i mezzi ordinari".

 

"Devolvere al pubblico ministero solo con una firma la possibilità di impadronirsi" della "marea di notizie" presenti su un cellulare, "violando il principio dell'articolo 15 della Costituzione che dice che la segretezza è inviolabile, non è accettabile e noi opereremo in modo da evitare questa perversione". Alla luce di ciò, "bisogna essere molto cauti quando si sequestrano un telefonino e un tablet, perché non sequestri soltanto le conversazioni che in teoria potrebbero essere utili alle indagini - anche se magari non lo sono - ma sequestri una vita", ha sottolineato il ministro, osservando che "dentro al telefonino non ci sono soltanto chiacchierate: ci sono le fotografie, le cartelle cliniche, le dichiarazioni dei redditi e le dichiarazioni delle terze persone che parlano con le quarte persone, e poi attraverso il sistema inoltrano" le informazioni.

 

"Pensare che sequestrare un telefonino aiuti la lotta alla mafia è un'illusione", ha affermato Nordio, che ha definito assurda la polemica secondo cui limitare le intercettazioni agevolerebbe le organizzazioni criminali. "Quando sequestri un telefonino, non stai acquisendo solo qualche messaggio ma entri nella vita intera di una persona: ci sono le fotografie, le cartelle cliniche, le dichiarazioni dei redditi e conversazioni che coinvolgono anche persone estranee", ha concluso.

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