Il leader di Forza Italia ribadisce il suo "no" alla possibilità per i presidenti di Regione di candidarsi per una terza volta, nonostante le aperture degli scorsi giorni da parte di Fratelli d'Italia

La maggioranza litiga ancora sul terzo mandato, Tajani: "Nessun baratto, non mi vendo per un piatto di lenticchie"

Il terzo mandato per i presidenti di Regione continua a scaldare i rapporti tra i partner di governo. Come successo ripetutamente nelle scorse settimane, è Antonio Tajani a guidare il fronte di chi è contrario a dare ai governatori la possibilità di candidarsi per una terza volta. “Forza Italia è contro il terzo mandato”, ha detto il vicepremier e leader azzurro, e “non cambio idea se mi danno il sindaco di Verona o il sindaco di Milano: sono due cose completamente diverse, quindi non esiste questa ipotesi di trattativa”. Il riferimento è al do ut des che si potrebbe aprire all’interno del centrodestra. “Non è una questione di baratto – ha rimarcato a margine di un evento della Consap – io non sono uno che si vende per un piatto di lenticchie”. Poi un altro messaggio diretto a Fratelli d’Italia, ma soprattutto alla Lega: “Le trattative sono sempre politiche, se devo accettare una cosa che non è nel programma, poi gli alleati devono accettare una cosa che non è nel programma che noi proponiamo”.

Ciriani: "Il tempo sta per scadere"

Una posizione di mediazione ha provato a esprimerla il ministro per i Rapporti con il Parlamento, il meloniano Luca Ciriani, secondo cui il tema del terzo mandato è “complesso, l'elezione diretta quasi ovunque nel mondo prevede un limite temporale. La Lega soprattutto insiste per il terzo mandato e noi abbiamo detto che se c'è una proposta siamo disposti anche a discuterne – ha aggiunto il ministro -. Una proposta però non è ancora arrivata, quando ci sarà la valuteremo ma attenzione perché il tempo sta per scadere: se c'è un'iniziativa deve essere presentata in tempi molto rapidi”. 

Le aperture di Fratelli d'Italia

Ad ogni modo, se Forza Italia è inamovibile sul tema, a sorpresa Fratelli d’Italia negli scorsi giorni ha fatto alcune aperture. Ieri - 17 giugno - il presidente della commissione Affari costituzionali del Senato, il meloniano Alberto Balboni, ha prorogato su richiesta della Lega i termini per presentare gli emendamenti a un ddl sulla composizione dei Consigli regionali in cui potrebbe essere inserita la norma sul terzo mandato, come già ipotizzato dal ministro per gli Affari regionali, il leghista Roberto Calderoli.

 

Che la Lega sia la più interessata all’introduzione della possibilità, per i presidenti di Regione, di candidarsi una terza volta si spiega guardando ai suoi governatori in scadenza, Massimiliano Fedriga in Friuli-Venezia Giulia ma soprattutto Luca Zaia in Veneto. E Fratelli d’Italia, forte del suo peso elettorale, avrebbe tutto l’interesse a scalzare il Carroccio. Il governo negli scorsi mesi ha scelto di impugnare di fronte alla Corte costituzionale – vincendo il ricorso – le leggi con cui Campania e Trentino-Alto Adige avevano introdotto il terzo mandato.

 

Sembrava essere questa la linea politica seguita dal partito di Meloni – un “no” secco – ma da qualche giorno la strategia sembrerebbe essere cambiata. Prima della proroga di Balboni, era stato Giovanni Donzelli, al termine del Consiglio direttivo di FdI, lo scorso 5 giugno, a dirsi disponibile a discutere del terzo mandato.

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