Succede a Bolzano, dove Diego Salvadori se l'è presa con il centro di ricerca Eurac per aver mostrato supporto alla causa Lgbtqia+. Per far passare il messaggio, ha pensato che l'uomo giusto fosse il braccio destro di Hitler

Un consigliere di Fratelli d'Italia ha criticato l'esposizione della bandiera arcobaleno citando Goebbels

"La bandiera non segue il popolo, è il popolo che deve seguire la bandiera". Nel post di Diego Salvadori, consigliere comunale di Fratelli d'Italia a Bolzano, una bandiera arcobaleno fa da sfondo a questa frase di Joseph Goebbels, gerarca nazista e ministro della Propaganda del Terzo Reich. Il riferimento è alla scelta del centro di ricerca altoatesino Eurac di aderire a una campagna di supporto alla comunità Lgbtqia+, in occasione del mese del pride. Salvadori, non nuovo a uscite del genere, ha scritto che "quando un ente pubblico espone un simbolo associato a battaglie politiche, trasforma uno spazio neutrale in uno spazio ideologicamente connotato". La bandiera arcobaleno, che rappresenta la battaglia per i diritti, è per il consigliere "simbolo di movimenti e agende politiche che toccano temi divisivi quanto inaccetabili". Lui stesso ha ritenuto invece pacifico e perfettamente accettabile utilizzare una frase di Goebbels. 

 

Sono subito arrivate le reazioni di condanna da parte di esponenti politici locali di diversi partiti. E ancora più veloce è stato il ravvedimento del consigliere che ha precisato il suo "ripudio di ogni forma di totalitarismo" e si è scusato "a nome del partito con tutte le persone che dovessero essersi sentite urtate dalla citazione". Una formulazione indiretta e deresponsabilizzante, ma comunque migliore della giustificazione trovata dal suo collega di partito Marco Galateo, che ha definito il post "una bruttissima scivolata", salvo aver apposto il suo like e, a polemica scoppiata, dare la colpa a un imprecisato "refuso tecnico". Il sindaco di Bolzano Claudio Corrarati ha immediatamente richiesto la rimozione del post, ha incontrato Salvadori per chiedere delle scuse pubbliche e ha ribadito che simili riferimenti non saranno tollerati all’interno dell’amministrazione comunale perché incompatibili con i principi democratici.

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