Dopo l'intervento alla Camera, le comunicazioni della presidente del Consiglio Giorgia Meloni si tengono al Senato, dove martedì 24 giugno ha riferito in vista del prossimo Consiglio europeo. "Meloni dice che da quando c'è lei l'Italia conta di più", ha detto in aula il leader di Italia viva Matteo Renzi, "ma non sono d'accordo". Il senatore ha rivolto quattro domande alla presidente: "Perché la Germania ha sostituito l’Italia con la Polonia nel suo accordo strategico? Perché Meloni ha saltato l’incontro di Tirana sul conflitto ucraino e poi mentito sulle motivazioni? Perché l’Italia non è stata informata dell’attacco americano all’Iran se davvero è vicina a Trump? Perché da sei mesi a questa parte si spiano i giornalisti?".
"Non risponderò alle provocazioni, ad alcune falsità che ho sentito, io sono una persona che non si è mai sottratta a un dibattito politico anche aspro, continuo a ritenere che avremo ancora molto tempo per i toni da campagna elettorale", ha replicato Meloni. Sul Medio Oriente ha ricordato che "lo scenario è ancora complesso. Il presidente americano Trump aveva annunciato una tregua unilaterale che tutti quanti avevamo accolto con ottimismo. Ora la situazione si è complicata ma siamo ancora fiduciosi che si possa andare avanti con le negoziazioni". Nell'attacco iraniano in Qatar, ha fatto sapere, "non ci sono italiani coinvolti".
"Se l'Iran rinunciasse al suo programma nucleare militare, la regione sarebbe libera da una minaccia evidente per Israele e non solo", ha continuato la presidente del Consiglio, aggiungendo che a quel punto mancherebbe solo "un cessate il fuoco a Gaza e un serio percorso verso la soluzione dei due popoli e due Stati". Sul tema della difesa europea Meloni ha detto che un progetto parallelo alla Nato sarebbe un errore: "Io voglio una colonna europea della Nato". "Sulla difesa", ha continuato, "la penso come i romani: si vis pacem, para bellum". La debolezza dell'Europa, secondo la premier, "non deriva dal nazionalismo, l'Europa si è indebolita da sola grazie a chi pensava che fosse uno super stato burocratico che controllava qualsiasi cosa e che così facendo limitava la capacità di esprimersi". Allo stesso modo, per Meloni le colpe delle crescenti tensioni militari non sono da imputare all'alleato Donald Trump: "Non sono d'accordo che il caos sia stato generato da Trump, mi sembrano semplificazioni. È vero che c'è una situazione di crescente caos, ma non inizia oggi".