Politica
29 luglio, 2025"A sostenere l'impunità di Tel Aviv non è soltanto l'ideologia, ma anche il profitto di troppe aziende", ha ricordato la relatrice speciale Onu. E ha aggiunto: "Intendo portare avanti un'altra inchiesta sulle responsabilità della stampa occidentale"
"Non si commercia, non si compra e non si vende a uno Stato accusato di crimini di guerra, contro l'umanità e di genocidio". Martedì 29 luglio la relatrice speciale Onu sui Territori palestinesi occupati Francesca Albanese ha presentato alla Camera dei deputati il suo report "Da un'economia di occupazione a un'economia di genocidio". Il documento denuncia le aziende private "che hanno tratto profitto dall’economia israeliana fondata sull’occupazione illegale, sull’apartheid e, più di recente, sul genocidio dei palestinesi". Dopo la pubblicazione del report, ad Albanese sono state imposte sanzioni individuali dagli Stati Uniti, per volere dell'amministrazione Trump. La misura è stata condannata sia dalle Nazioni Unite che dalla Commissione europea, ma nessun esponente del governo del Paese di cui la relatrice è cittadina - l'Italia - si è ancora espresso condannando l'amministrazione Trump.
Le imprese menzionate nel documento non solo hanno aumentato i loro guadagni, ma forniscono anche infrastrutture critiche per la sorveglianza, la repressione e la distruzione sistematica del popolo palestinese. "Questa è l'inchiesta più difficile che abbia mai fatto", ha dichiarato l'esperta Onu, "ma ora mi spiego perché il genocidio in corso sia continuato e sia rimasto impunito: oltre all'ideologia c'è il profitto di troppi". "In sei mesi d'inchiesta", ha continuato "ho messo insieme una banca dati che mette insieme tutte le entità non pubbliche coinvolte". I due pilastri dell'occupazione israeliana, secondo Albanese, "sono lo sfollamento e la sostituzione, e il mezzo principale per attuarli sono le armi, fornite da aziende israeliane e internazionali, tra cui la Leonardo". Dall'8 ottobre 2023, "queste aziende, invece di fermarsi, hanno continuato a trarre profitto".
È il caso di aziende come "Volvo, Hyundai e Caterpillar, i cui bulldozer stando contribuendo alla polverizzazione di ciò che resta oggi di Gaza". Lo stesso vale per "Google (Alphabet Inc.) Amazon, e Microsoft" le cui infrastrutture tecnologiche supportano direttamente ministeri e forze armate israeliane, migliorando la raccolta e l’elaborazione di dati biometrici, la gestione di banche dati e le operazioni militari, compreso il targeting automatizzato di obiettivi a Gaza. "Grazie a queste aziende Big Tech sono state individuate le residenze e le abitudini dei palestinesi ammazzati a Gaza. Non per danni collaterali, né perché usati come scudi umani, come qualcuno dice, ma per precisa delibera di Israele". Il report evidenzia anche il ruolo delle principali piattaforme di prenotazione turistica online, come "Booking.com e Airbnb". Questi portali, scrive Albanese, non solo offrono alloggi situati nelle colonie israeliane, ma contribuiscono anche a escludere i palestinesi, a diffondere la narrazione dei coloni e a legittimare l’annessione. Tra il 2018 e il 2023, "Booking ha più che raddoppiato le sue inserzioni in Cisgiordania (da 26 a 70) e ha triplicato quelle a Gerusalemme Est (da 13 a 39)", nel solo anno successivo a ottobre 2023.
"Il business del genocidio dei palestinesi", ha aggiunto la relatrice, "è quantificabile: da ottobre 2023 a maggio 2025 il valore della borsa di Tel Aviv è triplicato". Ma le colpe non si fermano al settore privato. "Imprese come la Leonardo sono chiaramente in violazione del diritto internazionale e i loro dirigenti a mio avviso andrebbero portati davanti a un tribunale. Ma questo non esclude che la responsabilità principale sia in capo agli Stati". "L'Italia", ha concluso, "non solo non ha adempiuto ai suoi obblighi di prevenzione del genocidio, ma ha continuato a fornire armi e supporto politico a Israele. Come italiana mi rattrista moltissimo vedere, a fronte di un genocidio, il nostro governo difendere l'accordo di associazione tra Ue e Israele e dire che il popolo palestinese non ha diritto di avere un suo Stato".
Durante lo spazio riservato alle domande dei giornalisti, Albanese si è detta inoltre intenzionata a portare avanti una nuova inchiesta sul ruolo dei media mainstream: "Mi preoccupa la situazione in Italia, la censura e l'autocensura dei mezzi di comunicazione. Ma è tutta la stampa occidentale che si è federata, negando i fatti. Mentre a Gaza morivano centinaia di giornalisti".
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