Politica
31 luglio, 2025Il partito di Meloni presenta un'interrogazione a Piantedosi contro l'invito del M5s alla relatrice Onu sanzionata dagli Usa: "Chi ha un ruolo in Parlamento ha il dovere di arginare" il clima d'odio "e non di fomentarlo sfruttando perfino sedi istituzionali"
Una dura presa di posizione accompagnata da un’interrogazione parlamentare al ministro dell’Interno, Matteo Piantedosi. A Fratelli d’Italia proprio non è piaciuta l’ospitata di Francesca Albanese alla Camera, lo scorso 29 luglio (e poi al Senato, il giorno dopo). La relatrice speciale dell’Onu, sotto sanzioni statunitensi per le sue nette parole di condanna per quanto sta avvenendo a Gaza, è stata invitata dal Movimento 5 stelle per presentare, anche nella sede della democrazia italiana, il suo rapporto sull’“economia del genocidio”.
"Inaccettabile invito del M5s"
“È irresponsabile ospitare in sedi istituzionali soggetti che veicolano idee anti semite e non rispettano le istituzioni italiane – afferma la meloniana Sara Kelany che ha firmato, insieme al capogruppo a Montecitorio Galeazzo Bignami e al collega Francesco Filini, l’interrogazione a Piantedosi –. È inaccettabile che il Movimento 5 Stelle abbia ospitato Francesca Albanese, relatore speciale dell'Onu sulla situazione dei diritti umani nei territori Palestinesi, già sanzionata dal segretario americano Marco Rubio con l'accusa di 'faziosità, antisemitismo, supporto al terrorismo e aperto disprezzo per gli Stati Uniti, Israele e l'Occidente'".
"Un fatto gravissimo"
La deputata di FdI mette insieme un po’ di tutto: “Un fatto gravissimo, in un clima di crescente odio e antisemitismo, che non possiamo tollerare. Il fondamentalismo islamico in Italia sta crescendo. Lo provano i sempre più frequenti episodi di antisemitismo, l'ultimo dei quali registrato domenica scorsa quando un uomo e suo figlio di sei anni, francesi di religione ebraica, sono stati insultati nell'area di sosta di Lainate al grido di 'assassini' e 'Palestina libera'. Chi ha un ruolo in Parlamento – ha concluso – ha il dovere morale di arginarlo e non di fomentarlo sfruttando perfino sedi istituzionali”.
Cosa ha detto Albanese in Parlamento
“Non si commercia, non si compra e non si vende a uno Stato accusato di crimini di guerra, contro l’umanità e di genocidio”, è stato l’appello di Albanese. Poi era passata a spiegare il rapporto che le è costato l’inserimento nella black list americana. “Il business del genocidio dei palestinesi è quantificabile – ha spiegato la relatrice speciale Onu –. Da ottobre 2023 a maggio 2025 il valore della borsa di Tel Aviv è triplicato". Ma le colpe non si fermano al settore privato. “Imprese come la Leonardo sono chiaramente in violazione del diritto internazionale e i loro dirigenti a mio avviso andrebbero portati davanti a un tribunale. Ma questo non esclude che la responsabilità principale sia in capo agli Stati”. “L'Italia", aveva concluso, "non solo non ha adempiuto ai suoi obblighi di prevenzione del genocidio, ma ha continuato a fornire armi e supporto politico a Israele. Come italiana mi rattrista moltissimo vedere, a fronte di un genocidio, il nostro governo difendere l'accordo di associazione tra Ue e Israele e dire che il popolo palestinese non ha diritto di avere un suo Stato”.
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