Mondo
10 luglio, 2025Durante una conferenza stampa a Lubiana, la Relatrice Speciale ha ricordato di essere "la prima persona dell’Onu a cui sono state imposte sanzioni". Chiedendosi: "Per cosa? Aver denunciato un genocidio?"
"Sto davvero mettendo in gioco tutto quello che ho. Se ci riesco io, allora tutti possiamo resistere a questa pressione. E insieme possiamo davvero uscire da questo genocidio con la speranza di un mondo migliore". Intervenuta a una conferenza stampa a Lubiana, la Relatrice Speciale delle Nazioni Unite per i Diritti Umani nei Territori Palestinesi Occupati, Francesca Albanese, ha reagito alle sanzioni individuali impostele dall'amministrazione Trump. Tali misure – che includono il divieto di ingresso negli Usa e il congelamento dei beni – solitamente sono riservate a leader di Paesi considerati ostili, non a funzionari delle Nazioni Unite o giudici internazionali. "È un record", ha commentato ironica, "sono la prima persona dell'Onu a cui è successo. Per cosa? Per aver denunciato un genocidio? Per aver documentato un sistema? Mi sanzionano, ma non mi hanno mai contestato i fatti".
"Dall’economia dell’occupazione all’economia del genocidio"
La relatrice ha da poco pubblicato un rapporto dettagliato sul ruolo delle imprese private nel sostenere l’occupazione illegale, l’apartheid e il genocidio nei territori palestinesi occupati da parte di Israele. Il documento denuncia come numerose aziende internazionali — attive in settori chiave come armamenti, tecnologia, costruzioni, finanza e accademia — abbiano tratto profitto diretto da questo sistema di dominio coloniale, contribuendo a violazioni dei diritti umani e crimini internazionali. Nel messaggio finale, Albanese scrive che "il genocidio a Gaza non può essere fermato senza smantellare l’economia globale che lo sostiene. Le aziende e i loro dirigenti devono essere chiamati a rispondere. La giustizia non può essere selettiva".
La pubblicazione del rapporto, secondo la relatrice speciale Onu, è alla radice delle sanzioni: "Ho dato a queste aziende l'opportunità di correggermi. Invece, si sono lamentate con l'amministrazione statunitense. Questo la dice lunga su chi sono". Durante la conferenza, Albanese ha inoltre ribadito che il suo lavoro nella difesa dei diritti del popolo palestinese è sempre stato volontario e non retribuito.
Le reazioni internazionali
L’Alto Commissario Onu per i Diritti Umani, Volker Türk, si è espresso con fermezza contro le sanzioni, chiedendone il ritiro immediato: "Esorto gli Stati Uniti a revocare rapidamente le sanzioni. Gli attacchi contro titolari di mandati Onu e contro istituzioni chiave come la Corte Penale Internazionale devono cessare". Anche il presidente del Consiglio per i Diritti Umani dell’Onu, l’ambasciatore svizzero Jürg Lauber, ha espresso "rammarico" per la decisione statunitense e ha invitato tutti gli Stati membri "a collaborare pienamente con i relatori speciali e ad astenersi da qualsiasi forma di intimidazione". Dura anche la reazione di Agnès Callamard, segretaria generale di Amnesty International: "Queste sanzioni sono un attacco vergognoso e trasparente ai principi fondamentali della giustizia internazionale. Francesca Albanese svolge un ruolo essenziale nel denunciare il genocidio in corso nella Striscia di Gaza e nel rivelare i profitti che alcune aziende traggono dall’occupazione israeliana". Amnesty ha invitato tutti gli Stati a fare pressione diplomatica sugli Stati Uniti affinché le misure messe in campo contro la relatrice vengano annullate.
Gli appelli della politica italiana
"Trovo vergognoso che il governo italiano non abbia detto una parola in difesa di una cittadina italiana che svolge un incarico così delicato presso l’Onu", ha denunciato la segretaria del Partito democratico Elly Schlein. Il trattamento riservato ad Albanese è, per la leader del Pd, "l’ennesimo attacco al multilateralismo da parte di Trump". I dem hanno anche presentato un'interrogazione parlamentare con firme, tra gli altri, di Peppe Provenzano, Laura Boldrini e Debora Serracchiani, per chiedere al governo "quali iniziative intenda intraprendere per difendere l’indipendenza delle Nazioni Unite e i diritti di una cittadina italiana".
I capigruppo delle Commissioni Difesa di Camera e Senato del M5s hanno parlato di "un atto gravissimo. È inaccettabile che chi denuncia crimini contro l’umanità venga colpito, mentre i responsabili restano impuniti. Meloni deve reagire con fermezza, almeno per dignità nazionale".
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