Politica
13 agosto, 2025L'eurodeputato pentastellato non vuole presentarsi alle regionali. Una scelta che lascia scoperta la casella più delicata nello scacchiere del leader del M5s
Pasquale Tridico non ne vuol sapere di candidarsi alla guida della regione Calabria. L’ex presidente dell’Inps, oggi eurodeputato del Movimento 5 Stelle, non intende candidarsi alla presidenza della Regione Calabria contro Roberto Occhiuto. Una scelta che lascia scoperta la casella più delicata nello scacchiere di Giuseppe Conte, a poche settimane dal terremoto politico causato dalle dimissioni anticipate del governatore di centrodestra.
Per il leader pentastellato, la possibile rinuncia di Tridico è un problema politico e strategico. Nel Movimento, il professore calabrese è visto come un profilo solido, con consenso crescente e un radicamento che va oltre la cerchia degli attivisti. «Mandarlo allo scontro con Occhiuto, in una campagna elettorale proibitiva come quella calabrese, sarebbe un danno enorme» spiegano fonti vicine a Tridico, convinte che l’ex presidente dell’Inps debba restare su un piano nazionale ed europeo, lontano dalle logiche delle sfide territoriali più difficili.
La mossa, tuttavia, apre una corsa contro il tempo. Le dimissioni di Occhiuto, inattese nei tempi e nelle modalità, hanno colto di sorpresa un centrosinistra già frammentato. A sinistra del Pd, l’uscita di scena del governatore ha riacceso l’energia di Alleanza Verdi e Sinistra. Nei colloqui interni, prende corpo l’ipotesi di candidare Mimmo Lucano: l’ex sindaco di Riace, oggi eurodeputato, è considerato in Calabria un simbolo di opposizione frontale al governo Meloni e capace di mobilitare l’elettorato più militante.
«Un leader combattente» lo definiscono i suoi sostenitori, certi che il suo nome avrebbe un forte impatto mediatico. Ma la partita non si gioca solo tra M5S e Avs. Nel Pd calabrese c’è chi spinge per un candidato di casa propria, e il nome che circola con insistenza è quello di Nico Stumpo, deputato ed ex dirigente nazionale, ben introdotto nelle trame regionali e nazionali. La sua candidatura potrebbe diventare una carta di compromesso se l’alleanza larghissima ipotizzata a Roma dovesse naufragare. Il calendario incombe: con l’ipotesi di voto in autunno, il centrosinistra ha poche settimane per trovare un’intesa. «Il rischio è presentarsi divisi e fare un regalo al centrodestra», avverte un esponente dem. Per ora, l’unica certezza è che la probabile rinuncia di Tridico non chiude il rebus calabrese, ma lo rende ancora più intricato.
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