Politica
13 agosto, 2025Protestava contro il Ponte sullo Stretto e il leader leghista lo ha schernito in un video sul suo account ufficiale, scatenandogli contro un'ondata di minacce e insulti. Lo studente reagisce e accusa il ministro di temere il dissenso
La contestazione diventa gogna, la gogna diventa un boomerang. Con un video montato ad arte per schernire un contestatore, il ministro dei Trasporti Matteo Salvini ha provato a delegittimare le proteste dei cittadini che si oppongono alla costruzione del Ponte sullo Stretto. Ma la risposta di Dario Costa, il ragazzo il cui intervento è stato isolato, dileggiato e servito in pasto ai follower del ministro, finisce per dare ancora più forza alle istanze di chi nell'opera vede più rischi che opportunità.
Una frase senza contesto, il bianco e nero e il rallentatore che indugia sulla rabbia fino a renderla grottesca. Bastano pochi secondi di video e alcune accortezze tecniche per trasformare un grido di protesta in una ghiotta occasione per canalizzare un'ondata d'odio. "Condivido con voi le argomentazioni pacate e approfondite di questo esperto in opere pubbliche. Sarà forse il caldo…?", scrive Salvini. E i commenti non possono che seguire il solco tracciato dal ministro: minacce di morte, insulti, chi chiede di farlo tacere, chi di metterlo in un manicomio.
Salvini di Dario Costa, ventunenne, siciliano, universitario fuori sede, non sa nulla. Non sa perché sta protestando, quale sia la sua storia, non ne conosce il carattere, le condizioni di salute o la capacità di reggere il carico mentale di migliaia di commenti umilianti. Dario Costa, invece, di Salvini sa molte cose e ha sfruttato questa asimmetria per rispondere al ministro e mettere in luce tutti i limiti della sua scelta comunicativa. "Caro Matteo Salvini lei non è un ministro, bensì un uomo a cui è stato dato troppo potere in mano". Inizia così la replica pubblicata dallo studente sul suo profilo Instagram. "È buffo pensare", prosegue "che lei si sia preso la briga di dedicare un post su tutti i suoi profili ufficiali al grido decontestualizzato di un ragazzo ignoto. In questo momento mi trovo da solo a fare i conti con un'ondata di minacce di morte e ingiurie aizzata nei miei confronti da un rappresentate dello Stato in cui vivo e di cui sono cittadino". E a questo punto, si chiede Costa, "il problema sono davvero le grida di un ragazzo con un filo di voce? Forse è ciò che lui grida: il ponte è un atto delinquenziale". L'intento del video, spiega l'universitario, è quello di marginalizzare un'istanza condivisa da diversi cittadini e movimenti, facendola passare come "l'opinione di un dissidente pazzo, fuori di testa, drogato, disoccupato e fannullone, come gli account dei suoi sostenitori dicono nei commenti". La ragione, continua, "è la paura, del dissenso, dell'opposizione, di trovarsi a fare i conti di qualcuno che la smascheri della pochezza delle sue parole e dei suoi reali intenti". "Lei mi ha ferito", è l'accusa dello studente, che denuncia i possibili danni provocati dallo squilibrio di potere tra un cittadino che protesta e un membro del governo che lo ridicolizza online: "E se davvero fossi stato un ragazzo fragile mentalmente come scritto dai suoi seguaci, quali crede sarebbero state le conseguenze di vedersi schernito pubblicamente da un ministro? Lei non si è neanche posto il problema". "Ma poi, Matteo", conclude, "ricordo male o anche lei un tempo era contrario al ponte? Resto disponibile per un caffè e due chiacchiere, magari per avere qualche risposta a tutte le domande di noi pazzi italiani senza voce".
LEGGI ANCHE
L'E COMMUNITY
Entra nella nostra community Whatsapp
L'edicola
Il diritto alle vacanze - Cosa c'è nel nuovo numero de L'Espresso
Il settimanale, da venerdì 15 agosto, è disponibile in edicola e in app