Politica
4 agosto, 2025Varato un disegno di legge che limita l’accesso ai trattamenti ormonali utilizzati nei percorsi di affermazione di genere
Nuove regole, più restrizioni, più barriere. Il Consiglio dei ministri ha approvato uno schema di disegno di legge che introduce nuove direttive per la prescrizione e somministrazione dei farmaci utilizzati nei percorsi di affermazione di genere per i minori con diagnosi di disforia di genere. Il provvedimento, promosso dal ministro della Salute Orazio Schillaci e dalla ministra per la Famiglia Eugenia Roccella, prevede l’istituzione di un registro nazionale gestito dall’Aifa e condiziona l’accesso a questi trattamenti con una serie di vincoli clinici e burocratici.
È volontà del governo limitare in particolare la prescrizione di bloccanti della pubertà, come la triptorelina, e gli ormoni mascolinizzanti o femminilizzanti, attualmente prescrivibili anche in modalità off-label e a carico del Servizio sanitario nazionale. Con le nuove norme, sarà necessaria l’approvazione di un Comitato etico nazionale pediatrico, in attesa che entrino in vigore dei protocolli clinici ufficiali.
Inoltre, i farmaci non saranno più disponibili nelle farmacie territoriali, ma solo presso le farmacie ospedaliere, con una centralizzazione che di fatto limita la capillarità dell’accesso. Sarà attivato, inoltre, un registro nazionale, gestito dall’Agenzia Italiana del Farmaco, aggiornato ogni sei mesi e trasmesso al ministero della Salute. Oltre ai dati clinici, dovranno essere riportati gli esiti dei percorsi terapeutici precedenti, eventuali comorbidità diagnosticate, il follow up clinico e i dettagli del processo decisionale che ha portato alla prescrizione. Un tavolo tecnico presso il ministero della Salute sarà incaricato di valutare l’attuazione della norma e di redigere una relazione triennale da presentare al Parlamento.
Il provvedimento viene ufficialmente motivato dal governo come una misura per garantire “l’appropriatezza prescrittiva” e “la tutela della salute dei minori”. È ancora tutto da valutare, però, il ruolo del Comitato etico nazionale, che introduce un elemento di valutazione esterna potenzialmente influenzabile da criteri non strettamente clinici. Il rischio è quello di politicizzare le scelte sanitarie e limitare l’accesso alle cure per le persone transgender.
È un caso simbolico in tal senso la sospensione della triptorelina all’ospedale Careggi di Firenze. In seguito a un’interrogazione parlamentare presentata dal senatore Maurizio Gasparri e a un’ispezione ministeriale condotta nel gennaio 2024, la direzione sanitaria ha deciso di interrompere la prescrizione del farmaco. Una decisione che è andata contro le linee guida dell’Aifa e il parere favorevole del Comitato nazionale per la bioetica. "Collaboro con endocrinologi e terapeuti in Lombardia. Per il momento non abbiamo accesso diretto alla triptorelina, ma è fondamentale per gli adolescenti trans. È un farmaco che può salvare vite, è dimostrata la sua efficacia nel ridurre il rischio di suicidio", aveva spiegato a l'Espresso Antonia Monopoli, responsabile dello Sportello Trans di Ala Milano Onlus.
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