Politica
5 agosto, 2025Il testo presentato da Romeo accoglie la "definizione operativa adottata dall'Ihra". Maiorino (M5s): "Arriva mentre a Gaza si compie un genocidio". Boldrini (Pd): "Si vogliono criminalizzare le critiche al governo Netanyahu"
La proposta è datata 30 gennaio 2024, ma è stata incardinata ieri – 4 agosto – in commissione Affari costituzionali del Senato: “Disposizioni per l’adozione della definizione operativa di antisemitismo, nonché per il contrasto agli atti di antisemitismo”, firmata dal capogruppo della Lega a Palazzo Madama, Massimiliano Romeo, insieme ai due colleghi Daisy Pirovano e Giorgio Maria Bergesio. Le opposizioni lamentano che, dietro alla lotta all’antisemitismo, si nascondi in realtà una "legge bavaglio" che finirà per reprimere qualsiasi critica al governo israeliano e alle sue politiche, a Gaza e in Cisgiordania. Il testo di Romeo e colleghi è molto simile a un altro presentato lo scorso otto luglio da Ivan Scalfarotto di Italia viva (Ddl 1575) e assegnato sempre ieri alla stessa commissione.
Maiorino (M5s): "Bavaglio senza precedenti"
La denuncia è arrivata per prima dalla senatrice del Movimento 5 stelle Alessandra Maiorino: “Quasi alla chetichella, nella settimana che precede la pausa dei lavori parlamentari, in commissione Affari costituzionali al Senato si incardina la proposta del leghista Romeo sulla 'definizione operativa dell'antisemitismo': in realtà un bavaglio senza precedenti alla libertà di espressione, che arriva proprio mentre a Gaza si consuma un genocidio sotto gli occhi del mondo”, si legge in una nota diffusa ieri dalla vicepresidente dei senatori pentastellati.
La definizione operativa di antisemitismo dell'Ihra
"Alla luce del conflitto armato attualmente in corso in Medio Oriente e delle ripercussioni che tale guerra ha sul nostro Paese, anche sul piano civile, visto l’interesse mediatico dimostrato dagli organi di informazione e le numerose manifestazioni di cittadini – si legge all’inizio del testo presentato dal capogruppo leghista – nasce l’esigenza della presente proposta che è finalizzata ad adottare nell’ambito della legislazione vigente la definizione operativa di antisemitismo”. Il testo fa riferimento, per farla propria, alla definizione stabilita nel 2016 dall’International Holocaust Remembrance Alliance (Ihra), organizzazione intergovernativa (di cui fa parte l’Italia insieme ad altri 34 Stati membri) e già adottata dal nostro Paese nel 2020.
"Formulazione controversa"
“Una formulazione fortemente controversa”, scrive ancora Maiorino, “che equipara la critica allo Stato di Israele o al sionismo o all'odio antiebraico. Così, chiunque denunci i crimini di guerra, l'occupazione, l'apartheid o le politiche di apartheid e pulizia etnica di Netanyahu può essere etichettato come antisemita. La Lega – continua la vicepresidente del M5s al Senato – s’inchina ai diktat del governo Netanyahu: non solo deve avere mano libera, ma persino raccontare il suo operato potrà essere un atto criminale”.
Cosa è "antisemitismo" per l'Ihra?
Secondo l’Ihra, per antisemitismo si intende "una determinata percezione degli ebrei che può essere espressa come odio nei loro confronti, le cui manifestazioni, di natura verbale o fisica, sono dirette verso le persone ebree e non ebree, i loro beni, le istituzioni della comunità e i luoghi di culto ebraici”. I testi, tanto quello di Romeo quanto quello di Scalfarotto, propongono misure che vanno dalla creazione di una banca dati sugli episodi di antisemitismo al contrasto del linguaggio d’odio online, da un piano di formazione per insegnanti ed educatori fino a campagne di informazione, eccetera.
Il divieto di riunioni e manifestazioni
Uno degli articoli più criticati – al di là della definizione dell’Ihra in sé, che secondo molti ha confini troppo ampi – è il terzo (e ultimo), in cui si legge: “Il diniego all’autorizzazione di una riunione o manifestazione pubblica per ragioni di moralità, di cui all’articolo 18 del testo unico delle leggi di pubblica sicurezza di cui al regio decreto 18 giugno 1931, n. 773, può essere motivato anche in caso di valutazione di grave rischio potenziale per l’utilizzo di simboli, slogan, messaggi e qualunque altro atto antisemita ai sensi della definizione operativa di antisemitismo adottata dalla presente legge”.
Boldrini (Pd): "Si vogliono criminalizzare le critiche al governo israeliano"
“La Lega non solo in questi ventidue mesi ha colpevolmente taciuto sui crimini commessi dal governo Netanyahu a Gaza negando l’evidenza dei fatti, ma ora vuole anche criminalizzare le critiche al governo israeliano equiparandole per legge all’antisemitismo”, ha attaccato la parlamentare Pd, Laura Boldrini. “Una proposta a cui ci opporremo duramente perché se dovesse mai passare, ogni critica al governo di Netanyahu, le richieste di interventi concreti per fermarlo e perfino le manifestazioni di piazza, i dibattiti pubblici e tutte le iniziative in cui si chiede la fine del genocidio e l'autodeterminazione del popolo palestinese, sarebbero vietati per legge. Una cosa inconcepibile in un Paese democratico. L’antisemitismo va contrastato con forza e determinazione – ha concluso – ma non può essere in alcun modo confuso o messo sullo stesso piano della legittima critica e la contestazione nei confronti di un governo israeliano di ultra destra che sta sterminando il popolo palestinese attraverso i bombardamenti e la fame”.
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