Politica
5 agosto, 2025Schlein: "Non ci fermeranno con questi trucchetti". L'esecutivo fa ricorso anche contro la legge della Sardegna sul "Salva casa" e contro la norma approvata in Sicilia che obbligava gli ospedali ad assumere medici non obiettori di coscienza
Nell’ultimo Consiglio dei ministri prima della pausa estiva, il governo non ha solo approvato un disegno di legge che estende a Umbria e Marche la Zona economica speciale unica per il Mezzogiorno – una "mancia elettorale," per le opposizioni, a poche settimane dal voto nelle Marche – ma ha anche deciso di impugnare una serie di leggi regionali. Non solo quelle approvate da giunte di colore politico opposto, come Toscana e Sardegna, ma anche quelle di una regione governata dal centrodestra, la Sicilia. E i temi – dal salario minimo agli obiettori di coscienza negli ospedali – sono tra i più citati nella propaganda politica di questi mesi.
Il governo impugna la legge toscana sul salario minimo
La legge toscana entrata in vigore lo scorso 18 giugno ha introdotto un premio per le aziende che applicavano un salario minimo superiore ai nove euro lordi nelle gare regionali ad alta intensità di manodopera. Il governo ha scelto di impugnare il provvedimento perché, come si legge nel comunicato stampa, “talune disposizioni, ponendosi in contrasto con la normativa statale in materia di tutela della concorrenza, violano l'articolo 117, secondo comma, lettera e), della Costituzione”. “Se la concorrenza la si deve fare sulla pelle dei lavoratori, siamo ben felici di aver promosso e approvato una legge che secondo il Governo viola le regole vigenti”, ha commentato il capogruppo dem in Consiglio regionale, Vincenzo Ceccarelli. Non è la prima volta che il governo Meloni contesta un provvedimento adottato dalla regione guidata da Eugenio Giani: a inizio maggio, infatti, a essere impugnata era stata la legge sul fine vita in Toscana, la prima in Italia.
Schlein: "Il governo Meloni ha paura del salario minimo"
“Ancora una volta il governo Meloni dimostra di avere paura del salario minimo. Tant'è che impugna la legge regionale della Toscana presso la Consulta pur di far scomparire dal dibattito pubblico questa legge di civiltà – attacca la segretaria del Pd, Elly Schlein –. È scandaloso considerato che le famiglie non riescono ad arrivare alla fine del mese per le bollette alte e gli stipendi bassi. Stiano tranquilli, non solo continueremo a batterci perché in Parlamento torni la legge di iniziativa popolare su cui abbiamo raccolto oltre centomila firme, ma il salario minimo sarà centrale in tutti i programmi elettorali nelle regioni in cui andremo al voto. Non ci fermeranno con questi trucchetti”.
L'impugnazione del "Salva casa" della Sardegna
Per la Sardegna, a essere finito nel “mirino” del governo è stato il “Salva casa” approvato a giugno dal Consiglio regionale che recepiva la norma nazionale, che porta la firma di Matteo Salvini, apportandovi alcune modifiche. Estendendo per esempio da 20 a 28 metri quadri il livello di abitabilità dei monolocali, e da 2,4 a 2,7 metri d’altezza per le abitazioni. “Ribadiamo di aver agito con la massima correttezza istituzionale, muovendoci in coerenza con lo spirito di semplificazione presente nel decreto-legge ‘Salva casa’ promosso dal governo nazionale. Difendere l’autonomia della Sardegna non è una battaglia politica, ma un dovere istituzionale”, ha commentato l’assessore agli Enti locali, Francesco Spanedda.
Il ricorso contro la Sicilia è quello più inaspettato, perché si sceglie di impugnare una norma voluta da una Regione governata dal centrodestra. Lo scorso 27 maggio l’Assemblea regionale aveva approvato un provvedimento che prevedeva l’obbligo, per gli ospedali pubblici, di assumere medici e altro personale non obiettore di coscienza – in Sicilia, i ginecologi che si rifiutano di praticare l’aborto sono oltre l’80 per cento –, garantendo così l’attuazione della legge 194. In particolare, l’articolo 3 della legge 738 prevede l’istituzione di aree dedicate all’interruzione volontaria di gravidanza. Lo stesso articolo prevede anche che le Asl locali debbano assicurarsi, quando assumono nuove persone, di avere “idoneo personale non obiettore di coscienza”. Non solo: i concorsi dovranno avere “un’apposita condizione di risoluzione del contratto di lavoro, qualora il personale non obiettore assunto si dichiari successivamente obiettore”.
“L'obiezione di coscienza rappresenta l'espressione più autentica della libertà personale, religiosa, morale e intellettuale – hanno commentato le deputate di Fratelli d’Italia Gaetana Russo e Carolina Varchi –. Per tale motivo apprendiamo favorevolmente l'impugnativa da parte del Consiglio dei ministri della legge che prevedeva l'assunzione negli ospedali pubblici di medici e altro personale non obiettore di coscienza”.
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