Politica
7 agosto, 2025L’opera è in ritardo, in perdita, indebitata. Costa almeno 5 miliardi di soldi pubblici ed è impiombata da decine di cause con cittadini e imprese. Di fronte ai rilievi della Corte dei conti, la giunta Fontana fatica a reggere la propaganda di opera autofinanziata che cambierà il futuro della Generazione Z
L’altra faccia della Milano di sinistra in balia della finanza immobiliare globale è la Lombardia di destra, keynesiana – senza offesa per l’economista inglese – e spendacciona grazie alla leva del debito pubblico.
Sarà paradossale, eppure è questo lo schema che Attilio Fontana e i suoi predecessori hanno seguito e seguono con l’autostrada Pedemontana lombarda (Apl). Come la cugina veneta del collega di partito Luca Zaia, che però è una semplice superstrada, anche la Pedemontana lombarda è partita come un project financing alimentato da capitali privati. Il tracciato est-ovest era destinato ad alleviare il traffico di una delle zone più urbanizzate di Italia, dalla bergamasca alla Brianza. Quindici anni dopo l’inizio dei lavori con Roberto Formigoni presidente, il prezzo di circa 5 miliardi è tutto a carico del contribuente, il cronoprogramma e le spese sono fuori controllo nonostante il predicozzo annuale della Corte dei conti, giunto puntuale anche nel luglio 2025. A questo vanno aggiunti i pedaggi stellari e il costo per chilometro, molto superiore ai 50 milioni di euro ma abbastanza difficile da calcolare. Gli 89 km di percorso complessivo sono infatti «un numero convenzionale concordato con il concedente», come si legge nel sito di Apl. In realtà, secondo il bilancio 2024 di Apl i chilometri a pedaggio dovrebbero essere poco meno di cento inclusi gli interventi complementari. Sono le cosiddette opere compensative che hanno consentito alla Regione di distribuire soldi a pioggia agli amministratori locali di territori come Varese, Como, Lecco, dove la Lega che governa palazzo Lombardia ha il cuore del suo consenso.
La controprova arriva dalla variante D, la più problematica perché attraversa dieci comuni dell’Alto milanese, territorio della Città metropolitana di cui è sindaco Giuseppe Sala. In maggioranza, anche se non tutti, questi comuni sono amministrati da giunte di centrosinistra che hanno fatto ricorso al Cipess, il comitato interministeriale per la programmazione, contro i nuovi finanziamenti pubblici al tracciato che sarebbe fuori dall’oggetto della concessione e cementificherebbe parte del Parco agricolo di Nordest.
In mancanza di altra liquidità ministeriale la Regione ritiene di potere autofinanziare la variante D (Usmate Velate-Agrate Brianza). La parte più problematica del progetto, con una fine dei lavori prevista nel 2031, è stata quasi dimezzata da 23 a 13 chilometri. È contestata dai sindaci, dai comitati cittadini, dagli ambientalisti e dal buon senso, visto che scorre parallela alla Tangenziale Est che è gratis. Ma è pur sempre carissima. La stima attuale è di 598 milioni di euro che si aggiungono ai 4,2 miliardi di euro investiti per le tratte A-B1-B2-C e per le tangenziali di Como e Varese. Il conto totale è poco sotto i 5 miliardi. È probabile che vada oltre: difficilmente i prezzi da qui al 2031 scenderanno e gli allungamenti nell’esecuzione dei lavori sono un fatto già adesso. Al momento, sono in esercizio le due tangenziali con la tratta A (Cassano Magnago-Lomazzo) e la B1 (Lomazzo-Lentate) per un totale di 41,5 km. Le tratte B2 (Lentate-Cesano Maderno) e C (Cesano Maderno-Usmate Velate) dovevano essere completate in questo mese di agosto per servire le Olimpiadi invernali di Milano-Cortina del 2026. Nelle mappe di Apl l’avanzamento lavori è fra 0 e 20 per cento.
Dando un’occhiata agli ultimi conti di Pedemontana l’autofinanziamento della D è pura propaganda. In un 2024 presentato con toni trionfalistici i ricavi totali hanno di poco superato i 50 milioni con circa 44 milioni da pedaggio per una crescita del 4 per cento. Il risultato netto è meno tragico del 2023 (12 milioni di perdite) ma è comunque in rosso di 1,75 milioni. La posizione finanziaria netta resta negativa e il debito, come ha rilevato la relazione della Corte dei conti, è salito a quota 1,1 miliardi di euro di cui 866 milioni verso le banche (+162 milioni rispetto all’anno precedente). I creditori appoggiano l’infrastruttura con grande serenità perché incassano ogni anno 18 milioni di interessi e il proprietario-garante è la Regione. Cliente ideale. Per Moody’s ha un rating Baa2, superiore di una tacca al Baa3 dello Stato.
Tra i finanziatori, oltre alla Bei e ai principali istituti di credito nazionali, c’è Cdp che è anche azionista di riferimento di Webuild, la maggiore impresa edile italiana che costruisce l’opera. Se il preventivo cresce, la Cassa incassa sia dagli interessi sia dai lavori. Il rischio in capo alla Regione è doppio, secondo i magistrati contabili, perché palazzo Lombardia è proprietario di Apl ma è anche azionista 50/50 con Anas di Cal (concessioni autostradali lombarde), la società concedente.
Che Apl sia un’esclusiva della giunta lo dimostra anche un cda lottizzato in modo ferreo. Il presidente è Luigi Piergiuseppe Ferdinando Roth, 85 anni il prossimo novembre, già protagonista durante la Prima Repubblica con la Dc e con le giunte guidate da Formigoni ma ancora sulla breccia come lo stesso “Celeste”, rientrato in politica dopo la condanna e la riabilitazione con il movimento Pim (per un’Italia migliore). L’elenco degli incarichi societari presenti e passati di Roth include Equita, Cdp, Fincantieri, Terna, Pirelli, Telecom, autostrada Torino-Milano, Breda, Fnm, Fondazione Fiera Milano. Di recente il presidente di Apl ha vantato i risultati di una ricerca di opinione secondo la quale Pedemontana è molto gradita al 65 per cento degli intervistati. «I giovani sono tra i principali utilizzatori della Pedemontana: Millennials e parte della Gen Z», ha scritto Roth sul Sole 24 ore. «Questa è un’ottima notizia, perché i grandi progetti infrastrutturali e di sviluppo in genere guardano necessariamente al futuro». Forse non è lo stesso avvenire inquadrato dalla Corte dei conti che annota: «Il rispetto dell’equità intergenerazionale comporta la necessità di non gravare in modo sproporzionato sulle opportunità di crescita delle generazioni future».
I quattro consiglieri di Apl sono Eva Lorenzoni, parlamentare leghista, Andrea Potukian, ex consulente della giunta milanese con Gabriele Albertini sindaco, Donatella Scaravilli, coordinatrice di Fdi per la provincia di Lecco e Guido Reggiani dello studio legale Gianni-Origoni-Grippo.
Reggiani è un avvocato amministrativista esperto in contenzioso, un ruolo indispensabile in Apl. L’opera è nata sotto la stella della lite fin da quando l’austriaca Strabag, incaricata dei lavori, ha chiesto riserve per 370 milioni di euro. Causa e controcausa saranno discusse in due udienze conclusive il 25 ottobre e il 4 novembre. In aggiunta, oggi ci sono in sospeso otto controversie al Tar della Lombardia, una al Tar del Lazio, più di venti che riguardano espropri, due ricorsi straordinari al Presidente della repubblica, altre venti e passa cause civili. La somma algebrica è facile: altri ritardi, altre spese per un’opera che forse non serviva. O almeno, non così.
LEGGI ANCHE
L'E COMMUNITY
Entra nella nostra community Whatsapp
L'edicola
Insidie d'agosto - Cosa c'è nel nuovo numero de L'Espresso
Il settimanale, da venerdì otto agosto, è disponibile in edicola e in app