Politica
17 settembre, 2025La frase del consigliere dem Chiarotti durante la polemica per la richiesta del centrodestra di commemorare l'attivista conservatore Usa. La sindaca Silvia Salis: “Ha detto una cosa grave, ha sbagliato”
“Vi abbiamo già appeso per i piedi una volta”. La frase è il momento culminante della bagarre scoppiata oggi durante il consiglio comunale di Genova dopo la commemorazione di Charlie Kirk organizzata dall’opposizione di centrodestra all’inizio della seduta. A pronunciarla il consigliere comunale del Partito democratico Claudio Chiarotti, che si è poi scusato dicendo di “essere andato sopra le righe” e di non aver avuto “il filtro di fermarsi”. Oltre al mea culpa, Chiarotti ha aggiunto: “Rivendico il mio essere antifascista e non penso che qui dentro ci siano dei fascisti”.
Lo scontro fra la giunta, capeggiata dalla sindaca Silvia Salis, e la minoranza di centrodestra era cominciato sul piano politico, con la capogruppo di Fratelli d’Italia Alessandra Bianchi che aveva letto la mozione con cui il centrodestra chiedeva il giorno prima di osservare un minuto di silenzio alla memoria di Kirk. Il rifiuto della proposta da parte del centrosinistra aveva fatto scattare la reazione polemica dell’opposizione che, mentre Bianchi leggeva il testo della mozione e accusava la giunta di comportamento antidemocratico, ha visto i consiglieri di minoranza esporre cartelli con lo slogan dell’attivista ultraconservatore “prove me wrong”. L’attacco ha generato la reazione della maggioranza, i toni nella Sala Rossa si sono alzati con annesso rimpallo di accuse culminato, quando Bianchi stava facendo riferimento alle scritte antifasciste sui proiettili che hanno ucciso Kirk, nella frase di Chiarotti che ha portato alla sospensione della seduta.
“Ha detto una cosa grave, ha sbagliato”, ha dichiarato la sindaca Salis condannando senza mezzi termini il gesto del consigliere dem. Le scuse di Salis e Chiarotti non sono bastate al centrodestra che, con l’ex candidato sindaco Pietro Piciocchi, ha chiesto le dimissioni di Chiarotti. “Quella di Chiarotti è una frase vergognosa, violenta e intrisa di odio. Parole simili sono del tutto incompatibili con il ruolo istituzionale di chi le ha pronunciate e rappresentano un'offesa non solo per la minoranza, ma per l'intera città di Genova” ha incalzato il centrodestra aggiungendo: “Ci vediamo costretti a chiedere, nel nome delle istituzioni, dei gruppi politici che rappresentiamo e della storia della nostra città, una chiara presa di distanza e delle scuse ufficiali anche da parte del segretario del Pd di Genova e di tutte le forze politiche che compongono il cosiddetto Campo Largo".
L’uscita di Chiarotti è stata condannata anche da Ilaria Cavo, capogruppo di Noi Moderati-Orgoglio Genova: “Siamo una forza moderata che si riconosce nei valori della democrazia e dell'antifascismo, parola che abbiamo sempre pronunciato e condiviso. Sono parole di una violenza inaudita che offendono l'istituzione che tutti rappresentiamo e l'intera Genova, città insignita della Medaglia d'Oro al Valor Militare”. Cavo si è però dissociata dalla richiesta di dimissioni avanzata dal resto del centrodestra genovese dichiarandosi soddisfatta delle scuse di Chiarotti e augurandosi che “derubricare il tutto a fatto personale, come accaduto oggi in Consiglio, sia un modo per abbassare i toni nella consapevolezza che espressioni del genere non si possono ripetere”.
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