Le Marche sono la prima regione in cui si voterà in autunno (28-29 settembre). In totale sono sette i nuovi presidenti da eleggere: si tratta quindi dell’ultimo test elettorale prima delle elezioni politiche del 2027. Le Marche sono considerate l’"Ohio d’Italia", e in generale ci si chiede, utilizzando paragoni calcistici, se le Regionali finiranno ad esempio 3-3 o 4-2 per il centrosinistra (escludendo la Valle D’Aosta, regione a statuto speciale con un sistema elettorale specifico.

La sfida è sostanzialmente a due: Francesco Acquaroli, presidente uscente fedelissimo di Giorgia Meloni, contro Matteo Ricci, eurodeputato Pd ed ex sindaco di Pesaro. Gli altri candidati sono: Claudio Bolletta, Lidia Mangani, Francesco Gerardi e Beatrice Marinelli.

La competizione è locale ma ha anche un peso nazionale: Giorgia Meloni e tutti i leader del centrodestra si sono presentati insieme ad Ancona per la chiusura della campagna elettorale. Il centrosinistra invece, pur avendo stretto alleanze con il "campo largo" in tutte le sette regioni al voto - a esclusione di alcune in cui Calenda si è sfilato per contrasti con il Movimento 5 stelle - non si presenterà unito sul palco per il comizio finale.

Sia Giorgia Meloni che Elly Schlein hanno portato sul palco di Ancona e Pesaro temi da campagna elettorale nazionale: la presidente del Consiglio ha puntato sul referendum sulla giustizia di aprile 2026, sull’immigrazione e sul ruolo internazionale dell’Italia. La segretaria del Pd ha promesso invece il salario minimo come primo atto del suo governo, il taglio delle liste d’attesa e ha fatto un forte richiamo all’antifascismo. Resta alta la preoccupazione sull’astensionismo. Alle ultime Regionali nelle Marche é andato a votare il 59,7% degli aventi diritto. Cinque anni dopo la percentuale potrebbe scendere e di molto, in linea con la tendenza degli ultimi anni.