Politica
24 settembre, 2025L'eurodeputata di Avs in conferenza stampa all'indomani del voto che ha respinto la revoca dell'immunità avanzata dalle autorità ungheresi: "A Budapest lo stato di diritto è compromesso. Io sarei sottoposta a una persecuzione, l'accanimento non è mai cessato"
All’indomani del voto della commissione Affari giuridici del Parlamento europeo che, per ora, ha negato la richiesta di revoca dell’immunità parlamentare a Ilaria Salis, l’eurodeputata di Avs ribadisce la richiesta di “essere processata in Italia” e “non in Ungheria. Un processo con garanzie democratiche in quel Paese è impossibile: lo sanno tutti, e negarlo significa essere in malafede. Per un dissidente politico, o per chiunque sia percepito come avversario del governo, la giustizia in Ungheria — ha detto Salis parlando in conferenza stampa da Bruxelles — è giustizia politica, ideologica, vendetta e propaganda”.
“La commissione Affari giuridici — ha proseguito l’eurodeputata — ha riconosciuto ciò che è evidente: in Ungheria lo stato di diritto è compromesso e la magistratura non è più indipendente. Io sarei sottoposta a una persecuzione. L'accanimento non è mai cessato: il governo Orbán, tramite il suo portavoce, continua a chiamarmi terrorista e a minacciare di sbattermi in galera”. Qualche giorno fa, il portavoce del premier ungherese aveva replicato a un tweet di Salis con le coordinate di un carcere ungherese. E ieri — 23 agosto —, a qualche minuto dal voto della commissione Juri, ha rincarato la dose: "È incomprensibile e scandaloso che l'Eurocamera legittimi il terrorismo di estrema sinistra. Salis e i suoi si sono recati in Ungheria con l'obiettivo premeditato di picchiare a caso la gente per strada, per convinzione politica. Non è una questione politica, ma di terrorismo”, ha scritto.
"Dopo l'esito di ieri, guardo con rinnovata fiducia al voto della plenaria di ottobre e confido che i colleghi respingano le richieste dei populisti che vogliono sfasciare l'Europa. È in gioco la credibilità del Parlamento europeo — ha aggiunto —. Non è un caso che, ogni volta che prendo la parola in aula, vengo aggredita dagli eurodeputati dei Patrioti e, in particolare, dagli ungheresi di Fidesz, vogliono screditarmi come eurodeputata”.
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