Politica
25 settembre, 2025L’europarlamentare di Avs è in mare con la Global Sumud Flotilla, la flotta civile in rotta verso Gaza per portare aiuti umanitari alla popolazione palestinese stremata da 23 mesi di fame imposta da Israele. Nella notte tra martedì e mercoledì - 23 e 24 settembre - diversi droni hanno attaccato le navi della flotta a circa 40 miglia a sud di Creta. La barca “Morgana” sulla quale naviga è stata colpita e l’albero danneggiato. Per l’Espresso Scuderi racconterà la navigazione
Sesto giorno di navigazione
La notte appena trascorsa - quella tra il 24 e il 25 settembre - è stata più tranquilla rispetto alla notte precedente. Abbiamo deciso di restare all’interno delle acque territoriali cretesi, molto vicini alla costa di Creta. Nonostante l’avvistamento di diversi droni, questi volavano molto in alto e non hanno rappresentato un pericolo immediato.
La tensione rimane però alta, soprattutto dopo la notte degli attacchi, che sono stati particolarmente violenti: hanno causato danni ad alcune imbarcazioni e messo in pericolo diversi equipaggi. Fortunatamente stiamo tutti bene. La scelta di navigare vicino alla costa è stata dettata dalla necessità di sentirci più protetti. In questo momento siamo fermi a sud-est dell’isola di Creta, in attesa delle sei imbarcazioni della flotta greca, con cui ci uniremo nelle prossime ore per riprendere la missione al completo.
Le dichiarazioni della Presidente Meloni ci lasciano increduli. È inaccettabile che si parli di noi come se ci fossimo inseriti in uno scenario di guerra: gli attacchi che abbiamo subito sono stati deliberati, diretti contro un’imbarcazione civile in acque internazionali, al largo di Creta. Nessuna provocazione da parte nostra, nessuna volontà di alimentare un conflitto. Lo scenario di guerra è creato da Israele, che continua a minacciarci e a violare il diritto marittimo internazionale. Sarebbe necessario condannare queste violazioni, non le nostre azioni.
Definire “irresponsabile” una missione che ha lo scopo di rompere un assedio illegale, portare aiuti umanitari e sostituirsi al silenzio dei governi che non fanno nulla per fermare il genocidio a Gaza, è svilente. I governi dovrebbero tutelare la nostra navigazione e, soprattutto, intraprendere azioni concrete per fermare Israele, invece di continuare a considerarlo un alleato privilegiato. Le condanne verbali di quanto avviene a Gaza restano vuote se non accompagnate da conseguenze reali.
Noi, intanto, stiamo bene. L’equipaggio è coeso, abbiamo costruito un gruppo solido in pochi giorni, pur non conoscendoci prima della partenza. Questo ci permette di affrontare insieme la tensione e di elaborare le paure che derivano dagli attacchi subiti. Il clima resta teso, ma la solidarietà reciproca è forte.
La Morgana ha riportato dei danni: la vela principale è stata recisa e ci sono altre piccole avarie. Stiamo valutando se sia possibile sostituirla; in alternativa procederemo a motore con la vela più piccola. Non risultano, per ora, problemi strutturali che impediscano la navigazione, anche se la situazione resta fragile. Alcune barche a vela possono essere messe a dura prova da rotte così lunghe, ma nonostante la maggiore lentezza, siamo ancora in grado di proseguire.
La raccolta e l'editing delle "pagine" del diario è a cura di Lidia Ginestra Giuffrida
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