Politica
25 settembre, 2025Il no della delegazione italiana alla mediazione tentata dall'esecutivo per far fermare le imbarcazioni a Cipro e far consegnare gli aiuti a Gaza tramite il Patriarcato di Gerusalemme: "Qualsiasi attacco o ostruzione costituirebbe una violazione del diritto internazionale"
Per ora, il tentativo di mediazione del governo italiano sembrerebbe fallito. La costola italiana della Global Sumud Flotilla ha infatti comunicato a nome del comitato direttivo l’intenzione di non accettare la proposta di deviazione della missione con consegna degli aiuti umanitari a Cipro, da destinare poi a Gaza con l’intermediazione della Cei e del Patriarcato di Gerusalemme.
“Ribadiamo che la nostra missione rimane fedele al suo obiettivo originario di rompere l'assedio illegale e consegnare gli aiuti umanitari alla popolazione assediata di Gaza, vittima di genocidio e pulizia etnica — afferma la delegazione della Gsf —. Qualsiasi attacco o ostruzione alla missione costituirebbe una grave violazione del diritto internazionale e un atto di sfida all'ordinanza provvisoria della Corte internazionale di giustizia che impone a Israele di facilitare gli aiuti umanitari verso Gaza”.
“Continuiamo a chiedere al governo una risposta netta, severa e seria, in linea con il diritto internazionale”, ha proseguito, segnalando che “oggi gli attacchi israeliani a Gaza hanno già ucciso un totale di 30 persone. Il recente bombardamento di una abitazione familiare ha ucciso 11 persone tra cui anche bambini. Questa cifra — hanno aggiunto — è destinata a salire a fronte delle ultime incursioni dell'esercito israeliano in corso nel campo profughi centrale di Bureij e nel quartiere di Tal al-Hawa, a Gaza City. Dal 7 ottobre 2023 Israele ha ucciso almeno 65.419 persone e ne ha ferite 167.160. Si ritiene che migliaia di altre siano sepolte sotto le macerie”.
Durante la sua informativa in Parlamento, questa mattina — 25 settembre — il ministro della Difesa, Guido Crosetto, aveva ribadito l’invito alla missione affinché accetti la mediazione italiana e si fermi prima di entrare in acque israeliane perché lì, ha spiegato, “non saremmo in grado di garantire la sicurezza”. Ma per ora, la missione tira dritto e continua a puntare verso Gaza.
"Israele non consentirà alle imbarcazioni di entrare in una zona di combattimento attiva e non permetterà alcuna violazione del legittimo blocco navale - replica l'ambasciata d'Israele in Italia -. Il rifiuto da parte della flottiglia di Hamas della proposta israeliana di trasferire eventuali aiuti al vicino porto turistico di Ashkelon, da dove verrebbero pacificamente consegnati a Gaza, dimostra ancora una volta che questa flottiglia vuol essere una provocazione e servire Hamas, non consegnare aiuti umanitari". "Lo ribadiamo - aggiunge l'ambasciata -: se le loro intenzioni sono sincere, dovrebbero trasferire tali aiuti al vicino porto di Ashkelon, in modo che possano essere tempestivamente trasferiti alla Striscia di Gaza in modo non violento".
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