Politica
29 settembre, 2025Il ministro della Difesa chiede ancora che a prevalere sia "il senso di responsabilità". Ma la portavoce Delia ribadisce: "Navighiamo nelle acque internazionali nella piena legalità". Le prossime 48 potrebbero essere decisive
La raccomandazione del ministro della Difesa, Guido Crosetto, rimane sempre la stessa: “Prevalga il senso di responsabilità”. Ma anche le intenzioni della Global Sumud Flotilla non cambiano: l’obiettivo rimane quello di forzare il blocco israeliano e arrivare a Gaza. Quella di ieri, 28 settembre, è stata un’altra giornata di interlocuzioni tra il governo e i rappresentati della missione umanitaria, con Crosetto che ha incontrato la portavoce italiana, Maria Elena Delia. “La missione va avanti e non ci sono defezioni — ha detto ai cronisti uscendo dalla sede del Pd dove ha incontrato anche Elly Schlein —. Navighiamo in acque internazionali nella totale legalità”.
Le prossime 48 ore dovrebbero essere quelle decisive, quando Israele — secondo alcune indiscrezioni pubblicate sui giornali odierni — potrebbe decidere di attaccare le imbarcazioni su cui viaggiano ancora una quarantina di italiani, a fronte di circa dieci che hanno scelto di abbandonare la missione. Secondo molti, entro mercoledì, quando nello Stato ebraico si celebrerà lo Yom Kippur. Lo scenario (peggiore) lo ha evocato, ancora una volta, Crosetto, che ha parlato di pericoli “irrazionali” e potenzialmente con “effetti drammatici”. “Qualora la Sumud Flotilla forzasse il blocco navale, si esporrebbe a pericoli elevatissimi e non gestibili”, ha sottolineato il ministro della Difesa.
Secondo Stefano Bertoldi, il comandante di una delle imbarcazioni — la Zefiro — colpite dai droni negli scorsi giorni, il prossimo attacco alla Global Sumud Flotilla “sarà micidiale”. “Se verrà fatto, e purtroppo i miei segnali mi dicono di sì, è molto probabile che questa volta ci siano gravi feriti ed eventualmente morti.
Lato israeliano, i fatti da sottolineare sono due. Il primo è l’incontro di ieri tra l’ambasciatore italiano in Israele, Luca Ferrari, e il presidente di Israele, Isaac Herzog, che ha assicurato che all’esercito è stato l’ordine di “non usare la forza letale”. D’altra parte, il ministero degli Esteri ha ribadito che l’iniziativa della Gsf “è una provocazione al servizio di Hamas”.
Lasciate le coste di Cipro, le imbarcazioni della missione umanitaria sono nuovamente in acque internazionali seguite, costantemente, da droni e, a distanza, anche dalla nave Alpino della Marina militare mobilitata per eventuali operazioni di soccorso oppure per scortare le imbarcazioni a cui verrà vivamente consigliato di non entrare in acque internazionali, da cui si terrà a debita distanza.
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