Politica
8 settembre, 2025Per Cassano (Cassazione), "l'istituzione di due Csm connessi alla figura del pubblico ministero rafforzerebbe ulteriormente il suo potere"
La riforma della giustizia, che prevede tra le altre cose la separazione delle carriere dei magistrati requirenti e giudicanti, continua a far discutere gli addetti ai lavori. La prima presidente della Corte di Cassazione Margherita Cassano, in un'audizione informale alla Camera, questa mattina (8 settembre), ha affrontato i rischi di un'eventuale istituzione di due Csm - uno per la magistratura requirente e l'altro per la giudicante - e di un'Alta corte di raccordo, invece dell'unico organo di autogoverno previsto dalla Costituzione.
Un sistema così congegnato, secondo Cassano, “rafforzerebbe ulteriormente il potere della procura, già titolare di un potere molto incisivo sulla vita delle persone, qual è quello dell’apertura di un procedimento penale”. Un effetto sostanzialmente opposto a quello dichiarato dalla riforma che, almeno nelle intenzioni, dovrebbe rimodulare i rapporti tra l’ufficio titolare delle indagini e dell’esercizio dell’azione penale e l’ufficio giudicante. Impedendo i passaggi dall’uno all’altro per garantire i principi di imparzialità e di naturale precostituzione del giudice sanciti dalla Costituzione. “È giusto che ci sia la massima cautela - ha concluso Cassano - la massima competenza tecnica per evitare l’instaurazione di procedimenti che sono una pena di per sé per la persona, comprimono i suoi diritti fondamentali e la sua onorabilità“.
Sull’opportunità della riforma è intervenuto anche il presidente dell’Anm, Cesare Parodi, secondo cui a essere danneggiati non sono tanto "i magistrati" ma "i cittadini". Parodi ha sottolineato che “cambiando il Csm si indebolisce l’indipendenza di tutti i magistrati, attraverso un progressivo allontanamento del pm dalla giurisdizione. E a pagarne le conseguenze saranno i cittadini“.
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