Il nuovo rapporto dell’Organizzazione mondiale della sanità denuncia un’inversione di tendenza nella salute globale: la pandemia ha ridotto la speranza di vita e aggravato disuguaglianze e carenze nei sistemi sanitari. Senza interventi urgenti, milioni di vite saranno a rischio entro il 2030

Oms 2025: il mondo sta perdendo la partita per la salute globale

L’Organizzazione mondiale della sanità (Oms) ha pubblicato il “World Health Statistics 2025”. Le evidenze mostrano un bilancio drammatico degli effetti della pandemia da Covid-19 sulla salute globale. Tra il 2019 e il 2021 infatti, la speranza di vita mondiale è crollata di 1.8 anni, cancellando di colpo dieci anni di progressi. Parallelamente, l’aspettativa di vita in salute è scesa di sei settimane, principalmente a causa dell’aumento di ansia e depressione legati alla pandemia. 

Obiettivi in ritardo, progressi frenati 

Il rapporto mostra che i progressi verso gli obiettivi strategici dell’Oms – i cosiddetti “Triple Billion Targets” – sono rallentati. Sebbene oltre 1,4 miliardi di persone vivano una vita più sana, grazie alla riduzione del fumo e a migliori condizioni ambientali e igienico-sanitarie, l’accesso universale ai servizi essenziali è ancora lontano: solo 431 milioni di persone in più hanno avuto accesso a cure senza impoverimento economico, e 637 milioni hanno una migliore protezione dalle emergenze sanitarie. 

Donne e bambini: progressi a rischio 

Notizie negative anche per quanto riguarda i tassi di mortalità materna e infantile. Dopo due decenni di riduzioni significative, stanno rallentando. Le cause? Carenza di operatori sanitari, sottofinanziamento della sanità di base, e lacune nei servizi di vaccinazione e parto sicuro. Se non si cambia rotta, entro il 2030 potrebbero essere evitate fino a 700.000 morti materne e 8 milioni di decessi di bambini sotto i cinque anni. 

Epidemie silenziose: malattie croniche e inquinamento 

Le malattie non trasmissibili – come tumori, diabete e malattie cardiovascolari – molto diffuse soprattutto  nei Paesi sviluppati, ma in crescita anche nelle economie emergenti sono oggi la principale causa di morte sotto i 70 anni. Anche se il consumo di alcol e tabacco è in calo, l’inquinamento atmosferico resta uno dei principali fattori di rischio evitabili. Il mondo è lontano dall’obiettivo di ridurre di un terzo la mortalità precoce per malattie croniche entro il 2030. 

Servizi essenziali e personale sanitario: recupero incompleto 

Ma è la carenza di operatori sanitari a rappresentare una delle sfide più gravi secondo Oms. L’organizzazione stima che entro il 2030 mancheranno all’appello 11,1 milioni di professionisti, con quasi il 70% del deficit concentrato in Africa e nel Mediterraneo orientale. 

Malattie infettive: luci e ombre 

Alcune buone notizie arrivano dalla lotta a Hiv, tubercolosi, i cui tassi di incidenza stanno diminuendo. Ma le infezioni di malaria sono in risalita dal 2015 e la lotta a questa malattia resta una sfida.  Infine, resta da lavorare anche in relazione alla copertura vaccinale infantile, inclusa la terza dose di vaccino per difterite-tetano-pertosse, che non è ancora tornata ai livelli pre-pandemici.

Finanziamenti e dati: le due chiavi per il futuro 

Chiave di volta può essere anche il reperimento di fondi che rendano finanziariamente sostenibile la salute globale: tagli all’aiuto internazionale mettono a rischio i risultati ottenuti nei paesi più fragili. A ciò si aggiunge l’importanza di ottenere dati tempestivi e affidabili sulla salute per orientare le decisioni e migliorare l’efficacia delle politiche sanitarie.

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