Salute
4 settembre, 2025Alle 15 il Consiglio dei ministri si riunirà per varare il provvedimento che limiterà dei sanitari alla sola colpa grave. In arrivo una nuova specializzazione in Medicina generale
Il ddl sulle professioni sanitarie, che approda oggi - 4 settembre - in Consiglio dei ministri, prevede la limitazione della responsabilità professionale dei medici ai soli casi di colpa grave, modificando così anche il codice penale. Nei casi di omicidio colposo e di lesioni personali colpose, la modifica normativa, se entrerà in vigore, consentirà la punibilità del medico solo in caso di colpa grave, sempre che si sia attenuto alle linee guida o alle buone pratiche clinico-assistenziali adeguate alle specificità del caso concreto.
L’attuale articolo 590-sexies del codice penale, oggetto di numerose discussioni e modifiche in passato, prevede oggi la non punibilità del sanitario per lesioni o omicidio colposo nel caso in cui l’evento si sia verificato a causa di imperizia, ma siano state rispettate le linee guida o, in mancanza, le buone pratiche cliniche. D’altra parte, la legge in vigore non esclude la responsabilità del medico nel caso in cui l’evento nefasto si sia verificato a causa di negligenza o imprudenza.
Nella bozza di decreto si sottolinea che al momento dell’accertamento della colpa e del suo grado “si tiene conto anche della scarsità delle risorse umane e materiali disponibili, nonché delle eventuali carenze organizzative, quando la scarsità e le carenze non sono evitabili da parte dell’esercente l’attività sanitaria, della mancanza, limitatezza o contraddittorietà delle conoscenze scientifiche sulla patologia o sulla terapia, della concreta disponibilità di terapie adeguate, della complessità della patologia o della concreta difficoltà dell’attività sanitaria, dello specifico ruolo svolto in caso di cooperazione multidisciplinare, nonché della presenza di situazioni di urgenza o emergenza”.
La bozza non si limita all’area della responsabilità, ma prevede anche la nascita di una nuova scuola di specializzazione in Medicina generale, per sostituire così i corsi regionali di formazione. L’obiettivo sarebbe quello di “rafforzare l'attrattività del Servizio sanitario nazionale, contrastando i fenomeni di carenza di personale e disomogeneità nella distribuzione dei professionisti sanitari nell'ambito delle diverse discipline e aree di attività, anche attraverso il ricorso a forme di lavoro flessibile per l'impiego degli specializzandi nel Servizio sanitario nazionale compatibilmente con le esigenze di formazione”.
Nella stessa direzione, la bozza di decreto introduce nuovi incentivi per lo sviluppo della carriera professionale e l'individuazione di misure favorevoli al personale che opera in particolari condizioni di lavoro o che presta servizio in aree disagiate. La razionalizzazione e la semplificazione delle attività amministrative e burocratiche sono poi gli obiettivi ultimi di un intervento che mira a ottimizzare i tempi di lavoro, garantendo la sicurezza dei professionisti e promuovendo meccanismi premiali legati alla valutazione e alla misurazione della performance.
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