La denuncia di Medici senza frontiere sulle politiche anti migranti della Ue, l'emergenza inquinamento nella Pianura Padana, Trump si esprime sul caso Navalny senza citare mai Putin. I fatti da conoscere

Putin dopo le parole di Salvini: «L’Italia sempre più vicina»
Mentre infiamma la polemica politica sulle dichiarazioni della Lega sulla morte del dissidente Alexei Navalny, il presidente russo Vladimir Putin entra all'improvviso nelle vicende italiane, richiamando il suo rapporto speciale con il Belpaese. «L'Italia ci è sempre stata vicina, ricordo come sono stato accolto da voi, mi sono sempre sentito a casa», dice rispondendo a una studentessa italiana durante un convegno in un'università di Mosca.

Parole che a Roma, proprio quando prendono il via i preparativi per il G7, vengono derubricate a propaganda. Ma le frasi al miele di Putin alimentano la bufera politica che si è scatenata dopo le considerazioni di Salvini sulla morte di Navalny. Il segretario della Lega e vicepremier, sulle circostanze del decesso dell'attivista russo, è stato gelido: «bisogna fare chiarezza, ma la fanno i medici, i giudici, non la facciamo noi». Posizione che non suscita solo gli attacchi delle opposizioni, ma sollecita anche i distinguo da parte degli alleati di governo ed un'altrettanto gelida replica della Commissione Ue: «non servono indagini penali per definire che cosa ha esattamente causato la sua morte».

Che le posizioni in maggioranza siano divaricate lo dimostra il durissimo giudizio del ministro degli Esteri, anch'egli vicepremier, Antonio Tajani che ha parlato di «gulag» per Navalny, aggiungendo: «La sua morte se non è stata provocata direttamente, lo è stata in maniera indiretta». Insomma, il dissidente, se non ucciso da un killer, «è stato fatto morire». E la Farnesina, proprio per il caso Navalny, convoca l'ambasciatore russo in Italia Alexei Paramonov allineandosi a diverse altre cancellerie europee.

 

Trump: «Navalny coraggioso. Ma non doveva tornare in Russia»
«Navalny è una situazione molto triste, è stata una persona molto coraggiosa perché è tornata indietro. Avrebbe potuto stare lontano. E, francamente, probabilmente sarebbe stato molto meglio stare lontano e parlare dall'esterno del Paese invece di rientrare, perché la gente pensava che potesse succedere e così è successo. Ed è una cosa orribile«, lo ha detto Donald Trump in un dibattito di Fox News in South Carolina, senza assegnare alcuna responsabilità per la morte dell'oppositore russo. Ma non solo, il tycoon si è anche paragonato al dissidente russo: «È una cosa orribile, ma sta accadendo anche nel nostro Paese. Gli Stati Uniti si stanno trasformando in un Paese comunista in molti modi. Sono stato incriminato quattro volte... tutto a causa del fatto che sono in politica, per cose ridicole».

 

Msf: «Da Ue agghiacciante adozione di tattiche violente contro i migranti»
Medici senza frontiere (MSF) ha denunciato oggi che l'Unione Europea ha preferito «scegliere la violenza» nelle sue politiche migratorie, con l'esternalizzazione della gestione a paesi terzi, la privazione dell'assistenza sanitaria e la negazione dell'assistenza in mare. Ciò si riflette nel rapporto intitolato «Morte, disperazione e impotenza: il costo umano delle politiche migratorie dell'UE», in cui Msf si avvale delle testimonianze del personale medico e dei pazienti, di oltre 20.000 consultazioni mediche ai confini dell'Unione europea e più di 8.400 persone soccorse in mare.

Il rapporto illustra «un'agghiacciante adozione di tattiche violente, autorizzate dalle politiche dell'Ue e dei suoi Stati membri e incoraggiate dalla retorica politica sempre più disumanizzante dei leader europei». Sin dalla cosiddetta "crisi" migratoria del 2015, Msf ha costantemente invitato l'Ue e i suoi Stati membri ad «assumersi le proprie responsabilità nell'affrontare le urgenti esigenze di assistenza e protezione di migranti e rifugiati. Lungi dal migliorare, si è radicata una normalizzazione della violenza contro rifugiati e migranti, con investimenti significativi da parte delle istituzioni dell'Ue in paesi terzi come il Niger e la Libia», denuncia Msf.

L'organizzazione ha aggiunto che in questi paesi i migranti vengono spesso bloccati o rimpatriati forzatamente e «si trovano ad affrontare un trattamento inumano». Un esempio sono tutte le risorse destinate a rafforzare la guardia costiera libica, che intercetta i migranti in mare e li rinchiude nei centri di detenzione, dove le équipe di Msf hanno documentato «condizioni di vita deplorevoli, torture e diffusione di malattie». Esempi simili di violenza esternalizzata e di negazione dell'assistenza sanitaria di base esistono in Tunisia, Serbia e Niger, secondo Msf. Dei 57 pazienti trattati da Msf a Palermo tra gennaio e agosto 2023, il 61% ha riferito di aver subito torture in Libia.

 

Lula non ricuce e la crisi con Israele infiamma il G20
Nessun dietrofront di Lula. Il presidente progressista brasiliano non farà le sue scuse al governo di destra di Netanyahu. Il Paese sudamericano arriva così al primo appuntamento di rilievo della sua presidenza del G20, nel pieno di una crisi diplomatica. Una bufera divampata dopo le dichiarazioni di Lula, che ha paragonato quanto accade nella striscia di Gaza all'Olocausto di Hitler, e che ora rischia di oscurare la riunione dei capi delle diplomazie dei 19 Stati e due blocchi economici più ricchi della terra.

Un forum organizzato per oggi e giovedì a Rio de Janeiro, con la città blindata per l'occasione da un massiccio dispiegamento di militari, agenti di polizia, e sorvegliata da migliaia di telecamere. L'escalation della crisi diplomatica delle ultime ore al Planalto, col richiamo per consultazioni dell'ambasciatore brasiliano a Tel Aviv Frederico Meyer, e la convocazione del numero uno della delegazione israeliana in Brasile Daniel Zonshine, non promette una rapida soluzione. E Lula, che avrebbe voluto utilizzare il primo importante incontro sotto la guida del ministro degli Esteri Mauro Vieira, per lanciare un'Alleanza contro la fame, la povertà e le disuguaglianze, si trova sotto attacco - fuori e dentro il Paese - dove è diventato bersaglio delle destre. Con Bolsonaro che promette una dimostrazione di forza domenica, nel corteo convocato sull'avenida Paulista.

Critiche sono piovute sul presidente brasiliano anche per la posizione ("cinica" secondo alcuni) di fronte alla morte dell'attivista anti-Cremlino Alexei Navalny: «Se è sospetta - ha commentato - dobbiamo prima aspettare l'indagine per scoprire di cosa è morto». È «una questione di buon senso» ha reagito. Perplessità non sono poi mancate per il silenzio di Lula sulla repressione degli oppositori in Venezuela, dove il ministro degli Esteri russo, Serghei Lavrov ha fatto tappa per incontrare Nicolas Maduro, prima di raggiungere la città carioca. Qualche sviluppo sulla crisi tra Brasile e Israele potrebbe comunque arrivare dalla visita del segretario di Stato Usa, Antony Blinken, atteso in serata a Brasilia e con un incontro in agenda col capo di Stato brasiliano per oggi, prima di raggiungere i lavori a Rio, dove la questione mediorientale sarà sul tavolo.

Alla riunione del G20 partecipa anche il britannico David Cameron che, dopo essere stato dichiarato "persona non grata" dal governatore argentino della Terra del Fuoco per la sua visita (definita una «provocazione») all'arcipelago conteso delle Falkland/Malvinas, promette di dare battaglia sulla guerra in Ucraina. Un appuntamento, quello di domani a Rio, dove per la prima volta Lavrov incrocerà i numerosi sguardi di condanna dalla morte di Navalny.

 

Lombardia chiede una cabina sullo smog in pianura Padana. Misure anti inquinamento in 9 province,Torino processa ex sindaci
In attesa delle piogge che dovrebbero portare nei prossimi giorni un miglioramento, continua l'allarme smog nel Nord Italia, con l'allerta in particolare in Lombardia e in tutta la pianura Padana. Anche per questo la Lombardia ora chiede una cabina che affronti il problema dell'inquinamento nella Pianura Padana. Dopo le polemiche sui dati della qualità dell'aria a Milano, le polveri sottili finiscono in tribunale a Torino, che porta a processo due ex sindaci ed un ex governatore per non avere fatto abbastanza per la qualità dell'aria. E l'emergenza smog sbarca anche da Fiorello su 'VivaRai2', che fa ironia, amara, su Milano, dove oggi è iniziata la Fashion Week con la parodia del sindaco Giuseppe Sala che spiega come in città «adesso bisogna respirare a giorni alterni perché non è smog ma solo la Smog Week».

A Torino l'emergenza aria diventa materia giudiziaria con gli ex sindaci, Chiara Appendino e Piero Fassino e l'ex governatore della Regione Sergio Chiamparino, imputati nel processo in cui viene contestato loro il reato di inquinamento ambientale. Per loro i pubblici ministeri Vincenzo Pacileo e Gianfranco Colace hanno disposto la citazione diretta a giudizio nel processo ordinato dalla Procura che si aprirà il 18 giugno a palazzo di Giustizia. L'accusa è quella di non aver preso delle contromisure adeguate nel corso degli anni. Secondo i dati di Arpa nell'ultimo mese a Torino nel 58% dei giorni l'aria è stata irrespirabile, con le micropolveri, con dimensioni uguali o inferiori a 2,5 micron, che sono state molto alte: nel 29% dei casi con una concentrazione tra i 36 e i 50 microgrammi al metro cubo, in altrettanti oltre i 50, valori che rientrano rispettivamente nei livelli più elevati.

In Lombardia, in particolare il pm10, sono ancora sopra i limiti in gran parte della regione, tanto che sono in vigore in 9 province, Milano compresa, le misure antismog di primo livello, come il divieto di circolazione dei mezzi più inquinanti durante il giorno. Il dato registrato nelle centraline di Milano e provincia va da un minimo di 73 a un massimo di 122, a Monza e Brianza arriva a 111, a Como 78, a Lecco 100, a Varese 94. Non aiuta la temperatura, che si mantiene su livelli decisamente più alti della norma e l'assenza di piogge.

A Milano città da inizio anno ci sono stati 24 giorni di sforamento dei limiti di polveri sottili e il Comune ha scritto una lettera alla Regione per proporre l'istituzione di un tavolo per rendere più efficaci e stringenti le misure antismog. Brescia annuncia una lettera al ministro dei Trasporti Matteo Salvini per chiedere di abbassare la velocità nel tratto urbano dell'autostrada a 110 km/H e nel frattempo l'assessore lombardo all'Ambiente annuncia che chiederà la convocazione della cabina di regia sulla qualità dell'aria nel bacino Padano. Schizzano infatti gli indicatori di smog anche nel cuore della pianura, zona da sempre critica.

In Emilia il pm10 è oltre il doppio del limite di 50 microgrammi per metro cubo. Per dieci giorni su 14 questo limite è stato di gran lunga superato nel Piacentino, con un picco di 119 (ieri), e nel Modenese, con un massimo di 111 (sabato). Modena è già a 29 sforamenti giornalieri del limite, molto vicina alla soglia dei 35 sforamenti annui indicati dall'Ue. Secondo la Società Italiana di Medicina Ambientale (Sima) l'Italia è il primo Paese in Europa per morti attribuibili all'inquinamento atmosferico con circa 80mila decessi prematuri all'anno. A spingere lo smog nelle città secondo la Coldiretti è anche l'effetto combinato dei cambiamenti climatici, delle emissioni di Co2 del traffico e della ridotta disponibilità di spazi verdi. Con ogni italiano che dispone in media di appena 32,5 metri quadrati di verde urbano e una situazione preoccupante nei grandi centri, come a Milano dove i valori scendono addirittura ai 18,5 metri quadrati pro capite. Proprio a Milano dal 29 febbraio al 1 marzo è in programma il seminario internazionale RespiraMi con oltre 200 scienziati internazionali mentre il giorno seguente una serie di associazioni scenderanno in piazza per chiedere "aria pulita".

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