Sostenibilità
10 novembre, 2025"Mimmo", com'è stato ribattezzato, continua a rimanere in laguna. Negli scorsi giorni un flash mob per chiedere rispetto e sicurezza: al traffico "normale" di gondole e vaporetti "si aggiungono ora "parecchie imbarcazioni, che vanno appositamente per vederlo e fotografarlo"
Da qualche mese a Venezia c’è un delfino, appartenente alla specie protetta dei tursiopi. Dai veneziani è stato ribattezzato “Mimmo”, ed è diventato subito l’attrazione di migliaia di turisti che affollano ogni giorno la laguna. Nonostante venga avvistato da tempo in una delle zone più rumorose e trafficate della laguna, gli esperti del Museo di Storia naturale hanno rassicurato sulle sue buone condizioni di salute. Sembrerebbe che negli scorsi giorni sia anche uscito più volte in mare per poi tornare, volontariamente, nel Bacino di San Marco.
Già durante il periodo della pandemia gruppi di delfini erano tornati ad affollare la laguna. Ma era più naturale perché le chiusure forzate avevano ridotto ai minimi il traffico marino (non è rarissimo l’avvistamento di animali nel tratto d’acqua fuori dal bacino di San Marco: in quei mesi si erano spinti un po’ più in là, sfruttando l’assenza di navi).
Ora, il timore è che "Mimmo" possa venire ferito dalle eliche delle barche. Anche per questo negli scorsi giorni si è tenuto un flash mob di cittadini che chiedono maggior rispetto e sicurezza per il delfino. Al traffico "normale" di gondole, barche e vaporetti "si aggiungono ora — spiega Cristina Romieri, tra le promotrici dell'iniziativa — parecchie imbarcazioni, che vanno appositamente per vederlo e fotografarlo. Alcune portando perfino turisti. Abbiano visto addirittura lanciare assurdamente una palla”.
“In questo momento l’acqua della laguna è molto salinizzata e simile a quella del mare, sicuramente trova un’abbondanza di cibo – hanno spiegato gli esperti del Cert al Corriere Veneto –. Quello che temiamo è che le persone gli lancino da mangiare perché sarebbe portare cibo a un leone nella Savana. Bisogna capire che è un animale selvatico e come tale bisogna lasciarlo in pace. Se ci si avvicina diventa per lui davvero stressante”.
Ma che ne sarà di Mimmo? “Stiamo decidendo il da farsi — hanno aggiunto —. Siamo in costante contatto con cittadini e istituzioni che ci mandano messaggi e fotografie permettendoci così di monitorarlo”. Tra le opzioni c’è quella di portarlo verso Chioggia, un luogo più tranquillo. Con la consapevolezza, però, che da un giorno all’altro potrebbe tornare.
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