Progetti e iniziative dell'Autorità Portuale di Civitavecchia per mitigare gli impatti. Intervista con Pino Presidente dell'Autorità Portuale di Civitavecchia

I porti sono strutture fondamentali per il trasporto delle merci e dei passeggeri e non possono essere trascurati nel contesto della transizione ecologica. Soprattutto se consideriamo che sono responsabili di un’importante quota di emissioni inquinanti. Quali sono i progetti attuali dell'autorità portuale di Civitavecchia per rendere le banchine del porto più sostenibili?

Si parla sempre di più di transazione ecologia ed anche il settore del trasporto delle merci e dei passeggeri ne tiene debitamente in considerazione e su questo sono stati fatti grandi passi soprattutto dal punto di vista degli investimenti. Basti pensare che con il PNNR sono state finanziate tante opere che saranno realizzate con minor impatto ambientale e nel rispetto e nella salvaguardia dell’ambiente. Anche nel porto di Civitavecchia tante sono le iniziative ecosostenibili e a breve avremo, grazie al cold ironing, l'elettrificazione di alcune banchine del porto che alimenteranno le navi in sosta, permettendo di spegnere i motori in banchina per la generazione di energia elettrica durante la sosta in banchina.

 

Come intendete garantire che i rifornimenti alle navi attraccate nel porto di Civitavecchia siano il più possibile sostenibili dal punto di vista ambientale?

Il porto di Civitavecchia è sicuramente all’avanguardia e ha già introdotto nuovi sistemi per il rifornimento, in particolar modo quello di energia alle navi, soprattutto da crociera, e in tal senso il progetto del cold ironing è quello che meglio rappresenta ed identifica questo fondamentale e strategico progetto volto a limitare l’impatto ambientale. Vale la pena ricordare che il nostro porto è stato scelto per la sua capacità di offrire infrastrutture efficienti e sostenibili dal la MSC World Europa, nuova nave della flotta di MSC Crociere alimentata a GNL e tra le più avanzate al mondo sotto il profilo tecnologico e ambientale. Utilizza infatti un innovativo sistema di propulsione a gas naturale liquefatto (Gnl) – il carburante fossile più pulito attualmente esistente su larga scala – in grado di tagliare le emissioni di zolfo di oltre il 99%, quelle di azoto dell’85% e quelle di CO2 del 25%, eliminando quasi totalmente le emissioni di particolato. Inoltre quando è in banchina utilizzerà sistemi di riduzione catalitica selettiva, connettività plug- in alla terraferma per ridurre le emissioni di carbonio in porto, sistemi avanzati di trattamento delle acque reflue progettati in linea con l’International Maritime Organization, l’organismo marittimo delle Nazioni Unite, il riciclaggio di cibo e rifiuti, un sistema di gestione del rumore irradiato sott’acqua per aiutare a proteggere la vita marina e una gamma completa di apparecchiature di bordo ad alta efficienza energetica per ottimizzare l’uso del motore e ridurre ulteriormente le emissioni.

 

Quali tecnologie innovative state implementando o pianificando di implementare per ridurre l'impatto ambientale delle operazioni portuali?

Il porto di Civitavecchia, in tal senso, è un esempio in quanto, da ormai più di tre anni e per prima nel panorama nazionale, sta andando nella direzione di sostenibiltà e innovazione: la fotovoltaizzazione degli edifici portuali, la prima hydrogen valley portuale italiana ottenendo un finanziamento europeo LIFE3H, il primo progetto di mobilità a idrogeno del centro Italia, la pianificazione di strutture a supporto di Offshore Wind farms (tutte da finanziare però), la realizzazione della prima comunità energetica portuale rinnovabile d’Italia. Tutti investimenti che, in maniera integrata, potrebbero aumentare la industrializzazione di tutti i territori interessati, ma in direzione di piena sostenibilità e tutela ambientale, anche con percorsi di economia circolare. Una nuova strategia per la crescita che dovrà consentire di ridurre le emissioni creando nuovi posti di lavoro. L’idrogeno rappresenta senza dubbio un pilastro di questa strategia e la sfida è quella di ridurre al minimo i tempi di transizione al nuovo modello di produzione energetica basato essenzialmente su un mix di rinnovabili e idrogeno “verde”. Essere all’avanguardia in questo percorso di crescita, fino a poter diventare un modello di eccellenza a livello europeo, rappresenta sicuramente un plus per i Porti di Roma e un importante investimento sul futuro del porto e del territorio.

 

In che modo la sostenibilità delle attività portuali può influire positivamente sulle comunità locali e sulla qualità della vita dei residenti?

Questa Amministrazione ha adottato politiche ed ha avviato azioni finalizzate alla riduzione degli impatti ambientali relativamente alle emissioni clima alteranti ed inquinanti, tali da indirizzare la crescita economica verso una maggiore sostenibilità ambientale ed una migliorata integrazione sociale. Si parla spesso di ridurre le emissioni inquinanti delle navi sia quando navigano che quando sostano nei porti. Gli armatori in tal senso si sono dimostrati da subito sensibili a ridurre l’impatto ambientale, tanto che stanno rinnovando la flotta e migliorando l’efficienza energetica, grazie all’ incremento di carburanti bio e rinnovabili e si stanno sviluppando delle infrastrutture per la loro produzione e distribuzione. A Civitavecchia abbiamo esempi di navi, come la “Eco Valencia” di Grimaldi a zero emissioni in porto. Come ho già affermato è necessario accelerare sulla decarbonizzazione degli scali affinché essi siano assolutamente compatibili con i territori che li ospitano, creando le condizioni di accettabilità sociale dei porti stessi da parte delle proprie città.

 

Quali sono le principali sfide che incontrate nel processo di trasformazione sostenibile del porto e come intendete superarle?

La sostenibilità e la transizione ad un’economia sicura, climaticamente neutra, resiliente ai cambiamenti climatici, più efficiente in termini di risorse e circolare, sono fondamentali per garantire la competitività dell’economia del sistema portuale degli scali del Mar Tirreno Centro Settentrionale. Per il raggiungimento dei predetti obiettivi l’AdSP MTCS coordinando i finanziamenti pubblici e privati potrà mettere a disposizione della CERP MTCS un rilevante investimento per il prossimo triennio, per l’efficientamento energetico e lo sviluppo delle energie rinnovabili. A completamento delle due fasi progettuali la CERP MTCS si potrà avvalere di un parco fotovoltaico di potenza nominale massima installata pari a complessivi 23 MWp, interconnessi alla realizzanda smart grid portuale e funzionale al soddisfacimento almeno di parte del fabbisogno energetico, con una produzione annua di energia elettrica de-carbonizzata pari a 35 GWh, ad uso degli operatori del porto ivi inclusi i fabbisogni rappresentati dalle unità navali in stazionamento presso le banchine (cold ironing). 

 

Quali misure sono state adottate per ridurre le emissioni di gas serra e altri inquinanti nel porto di Civitavecchia?

L’utilizzo di combustibili fossili in navigazione ed energia elettrica durante la sosta in porto, sicuramente garantirebbero “Zero Emission in Port” e faciliterebbero la riduzione di gas a beneficio di tutti. Importante in tal senso è il lavoro che ha fatto Grimaldi con la sua “Eco Valencia”, 238 metri di lunghezza e 34 metri di larghezza, ha una stazza lorda di 67.311 tonnellate e una velocità di crociera di 20,8 nodi. Questa nave durante la sosta in banchina, infatti, garantisce e soddisfa autonomamente le richieste di energia per le attività di bordo con la sola energia elettrica immagazzinata da mega batterie al litio che si ricaricano durante la navigazione mediante shaft generators e 600 m2 di pannelli solari. Queste navi GG5G dispongono anche di sistemi di purificazione dei gas di scarico per ridurre le emissioni di zolfo e particolato.

 

Come possono le leggi e i regolamenti esistenti essere modificati per meglio supportare le iniziative di sostenibilità nel settore portuale?

La parola d’ordine, oggi sempre di più, deve essere quella di abbattere le emissioni di CO2, contenendo i consumi anche con soluzioni alternative. In questo scenario, a mio avviso, diverse iniziative si possono annoverare nell’ambito del processo di decarbonizzazione in Italia e variano, certamente, a seconda degli ambiti e dei luoghi, soprattutto nei porti. L’intervento che stiamo portando avanti nel porto di Civitavecchia si inserisce in un programma più ampio avente l’obiettivo di identificare soluzioni per ridurre l’impatto ambientale e in grado di incrementare l’efficienza energetica, economica ed ambientale dell’intero sistema di produzione, gestione, distribuzione e uso dell’energia nel Porto di Civitavecchia, consentendo un incremento della quota da fonti rinnovabili ed avviando un percorso di decarbonizzazione del porto in un’ottica di autosufficienza energetica, coerentemente con gli strumenti di pianificazione vigenti, con le Linee Guida DEASP e con l’allegato VI al Regolamento (UE) 2021/241 del Parlamento europeo e del Consiglio del 12 febbraio 2021 che istituisce il dispositivo per la Ripresa e la Resilienza.

 

Quali incentivi potrebbero essere offerti alle compagnie di navigazione per adottare pratiche più sostenibili quando utilizzano il porto di Civitavecchia e più in generale tutti i porti?

Qui mi viene da pensare sempre ad incentivi per le compagnie di navigazione stile “mare bonus” o come viene oggi chiamato Sea Modal Shift, contributi per incentivare i mezzi pesanti a percorre tratte marittime a corto raggio imbarcandosi sui traghetti con l’obiettivo di decongestionare la rete viaria e ridurre l'impatto del trasporto di merci su gomma, favorendo una soluzione più sostenibile, ossia il trasporto via mare. Volendo allargare la visione a più ampio raggio, in Europa da molto si parla di ridurre la quantità di emissioni di gas a effetto serra rilasciate dall'energia utilizzata dalle navi del 2% a partire dal 2025, del 20% a partire dal 2035 e dell'80% a partire dal 2050 rispetto ai livelli del 2020 è una necessità. I tagli dovrebbero applicarsi alle navi di stazza lorda superiore a 5000, che rappresentano il 90% delle emissioni di CO2, a tutta l'energia utilizzata a bordo o tra i porti dell'UE e al 50% dell'energia utilizzata per viaggiare nel porto di partenza o di arrivo al di fuori dell'UE o nelle sue regioni ultraperiferiche. L'accordo prevede anche crediti aggiuntivi come incentivo, sotto forma di compensazione delle emissioni, per gli armatori che utilizzano combustibili rinnovabili non biologici (RFNBO) dal 2025 al 2034.

 

Come si sta preparando il porto di Civitavecchia per affrontare le future sfide legate ai cambiamenti climatici e al loro impatto sulle infrastrutture portuali?

In coerenza con gli obiettivi europei di decarbonizzazione del sistema energetico al 2030 e di completa decarbonizzazione al 2050, per come traguardato dal Piano Nazionale Integrato per l’energia e il Clima, in attuazione del Regolamento (UE) 2018/1999 del Parlamento europeo e del Consiglio dell11 dicembre 2018 e pubblicato il 21 gennaio 2020, con il quale sono state recepite le novità contenute nel Decreto-Legge sul Clima, quelle sugli investimenti per il Green Deal previste nella Legge di Bilancio 2020, l’AdSP del MTCS intende promuovere, per la progressiva dismissione dei sistemi energetici convenzionali alimentati da fonti fossili e nell’ottica della transizione energetica e digitale, la produzione di energia da fonti rinnovabili. Il fabbisogno energetico portuale verrà soddisfatto attraverso un impianto fotovoltaico (PV) avente una potenza nominale istallata pari ad almeno 11 MWp che sarà realizzato in due distinte fasi, in aree retroportuali nelle immediate disponibilità dell’ASP.

 

In che modo l'autorità portuale di Civitavecchia collabora con altre istituzioni e organizzazioni per promuovere la sostenibilità a livello locale e internazionale?

Grazie a un lavoro di squadra realizzato con tutta la comunità portuale e le istituzioni per una crescita sostenibile del nostro porto e della nostra città sotto tutti i punti di vista, non solo quello economico, ma anche ambientale e sociale si è creato un virtuosismo che ha portato a collaborare per far si che il Network dei porti di Roma e del Lazio, che comprende i porti di Civitavecchia, Fiumicino e Gaeta, promuovesse, totalmente, con azioni condivise la riduzione dell’impatto ambientale. Non dimentichiamo che con Governo e Regione Lazio stiamo ragionando sull’eolico offshore e a livello Europeo lo scorso 24 aprile è stato pubblicato nel GUCE, la Gazzetta ufficiale dell'Unione Europea, il regolamento TEN T che ha ufficializzato che l'Autorità di Sistema Portuale del Mar Tirreno Centro Settentrionale è definitivamente riconosciuta come porto CORE. La chiusura formale di questo lungo percorso, tentato dal 1996 ma solo negli ultimi 3 anni chiuso con la Commissione prima e adesso anche con il Parlamento UE, permette finalmente ai porti di Roma e del Lazio di poter entrare dalla porta principale nei programmi di finanziamento europei soprattutto quelli ambientali. Una occasione per lo sviluppo e la crescita occupazione del porto e di tutto il territorio.