Televisione
13 ottobre, 2025Nella guerra degli ascolti il temibile avversario Rai del sabato sera è solo un minestrone di cose senza capo né coda. E questo la dice assai lunga sullo stato di salute della produzione tv
Un massacro, una carneficina, asfaltato, distrutto. E no, in genere questa sequela di aggettivi inquietanti, che grondano scontri, non sono utilizzati dai Tg per rendere conto del genocidio a Gaza, ci mancherebbe, non scherziamo. Sono invece le parole, durissime, con cui si commentano le sfida televisive tra Rai e Mediaset, neanche fossero davvero qualcosa di importante.
Superato ormai - causa noia del tema – il “duello” tra la “Ruota della fortuna” e “Affari tuoi” (ho vinto io, hai perso tu, pappappero, recita il ritornello quotidiano), sta prendendo quota il conflitto sul campo di battaglia del sabato sera.
Praticamente si scomoda un vocabolario guerrafondaio per due programmi che a raccontarli a un ipotetico marziano piovuto dal cielo di Flaiano si farebbe fatica a restare seri.
Da una parte c’è “Ballando con le stelle”, sorta di seduta psicanalitica in diretta in cui Milly Carlucci cerca di far emergere i traumi infantili dalla danza di Barbara D’Urso. E poi c’è l’avversario, il nemico contro cui la dirigenza Rai ha speso ogni briciolo di testa, ovvero un minestrone di cose senza capo né coda ispirato a un villaggio vacanze di fine stagione che peraltro rifiuterebbe l’offerta perché considerata eccessiva. Parliamo di “Tu si que Vales”, format immarcescibile che ha perso ogni freno inibitorio certificando il fatto che ormai vale proprio tutto.
Nella serata di Canale 5 il pretesto sarebbe l’esibizione casuale di talenti a vario titolo, contorsionisti pieni di braccia, nonni affranti con nipote al seguito e concorrenti in grado di conoscere il numero di abitanti delle città italiane. Ma questo sarebbe il meno. Il tanto è il contorno lasciato in libera uscita, per cui Maria De Filippi si esibisce in lip-sinc con la parrucca della brunetta dei Ricchi e Poveri insieme alla consueta grazia di Pio e Amedeo e appena ci si riprende arriva la parrucca sotto cui si agita Cesara Bonamici che sarebbe pur sempre un'autorevole giornalista.
Nel frattempo, Beppe Vessicchio imita Fedez e da un altro lato dello studio Sabrina Ferilli viene disturbata non più solo da un attore mascherato altrimenti detto Giovannino ma dal suo alter ego spagnolo, denominato Giovannero che fa gli scherzi, come a scuola. Bonolis è lì a fare numero e ogni tanto strabuzza gli occhi, Luciana Littizzetto deve evidentemente espiare la densità della domenica con Fazio e si presta al gioco senza altri perché.
E davanti a cotanto fumoso nonsense in cui tutti ridono a caso, pensare che sia davvero solo questo il famoso nemico da battere, la dice assai lunga sullo stato di salute della produzione televisiva.
Così si torna al genio di Flaiano, quando scriveva: «Il marziano scruta nel buio, sino a che un suono fragoroso lo inchioda sull'asfalto: la notte sembra squarciata da un concerto di diavoli. E grida: “Mascalzoni!”»
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