Televisione
17 ottobre, 2025Il conduttore di Report parla dopo essere uscito dalla stazione dei carabinieri: "C'è una lista infinita di minacce, di varia natura, che ho ricevuto. Lo Stato e le istituzioni mi sono sempre state vicine in questi mesi"
Parla di un “salto di qualità preoccupante”, Sigfrido Ranucci, uscendo dalla stazione dei carabinieri dopo aver presentato denuncia per l’attentato subito sotto la sua abitazione, tra Roma e Pomezia. "Ho ricostruito con i carabinieri quanto è successo ieri. C'è una lista infinita di minacce, di varia natura, che ho ricevuto e di cui ho sempre informato l'autorità giudiziaria e di cui i ragazzi della mia scorta hanno sempre fatto rapporto — racconta uscendo dalla caserma dell’Arma —. Io comunque mi sento tranquillo nel senso che lo Stato e le istituzioni mi sono sempre state vicine in questi mesi”.
Intanto si muove l’Antimafia, con la procura di Roma che ha aperto un’idagine — portata avanti dal pm Carlo Villani, coordinato dall’aggiunto Ilaria Calò — per danneggiamento con l’aggravante del metodo mafioso, in attesa di ricevere le prime informative dalle forze dell’ordine. Secondo quanto emerso dai primi accertamenti degli artificieri dell'Arma, sarebbe quasi un chilo il materiale esplosivo con il quale sarebbe stato confezionato l'ordigno rudimentale. In corso tutte le indagini per stabilire la natura dell’esplosivo.
"Ho sentito un boato tremendo, erano le 22.17. Sono riusciti a sentirlo anche i carabinieri attraverso l'audio di alcune persone, che erano in zona, e che stavano registrando con il telefono in quel momento”, aggiunge Ranucci. In merito al rafforzamento del livello di protezione, il giornalista Rai conferma il passaggio alla macchina blindata. “Impossibile dire in questo momento” chi sia stato, “si tratta un contesto abbastanza allargato ed è su quello che sono state fatte le segnalazioni in questi mesi”, spiega Ranucci.
L'ordigno rudimentale che ha danneggiato le auto del giornalista Sigfrido Ranucci, fuori la sua abitazione a Pomezia, non è stato azionato a distanza o con un timer ma è stato lasciato, presumibilmente con la miccia accesa, tra due vasi esterni alla villetta. È quanto emerge dalle prime verifiche investigative svolte dai carabinieri coordinati dai pm della Dda. Gli inquirenti stanno cercando eventuali telecamere che abbiano immortalato il momento cui l'ordigno è stato lasciato
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