Televisione
27 ottobre, 2025I monitor interni lampeggiano di annunci e job posting, una pioggia di selezioni interne per i ruoli di caporedattore che sta ridisegnando la geografia delle testate. Segnale, spiegano fonti interne, di “una stagione di ricambio necessaria” ma anche di un clima “non privo di tensioni”
C’è fermento nei corridoi di viale Mazzini. Da settimane, nel sottobosco Rai, si respira l’aria tesa delle grandi manovre. I monitor interni lampeggiano di annunci e job posting, una pioggia di selezioni interne per i ruoli di caporedattore che sta ridisegnando la geografia delle testate. Segnale, spiegano fonti interne, di “una stagione di ricambio necessaria” ma anche di un clima “non privo di tensioni”, perché i vertici redazionali, nel servizio pubblico, restano una delle partite più ambite e delicate.
Il riassetto dei Tg
In prima linea ci sono le testate televisive. Al Tg1 si apre la partita per la redazione politica, dopo il trasferimento di Marco Valerio alla guida della sede di corrispondenza di New York. Un passaggio che ha lasciato scoperto un ruolo chiave in vista di mesi politicamente intensi. Al Tg3, invece, il valzer coinvolge Esteri, Coordinamento ed Edizione — fino a pochi giorni fa diretta da Vergato, ora approdato al Tg1 — e Cultura e Spettacolo.
Ma il vero riassetto, sussurrano in redazione, potrebbe andare ben oltre. Da mesi circolano voci di ulteriori rotazioni, soprattutto nelle aree economiche e sociali del Tg1, “in una logica di rinnovamento più ampia”, come la definisce un dirigente di Saxa Rubra. L’obiettivo sarebbe quello di riequilibrare la squadra dopo i recenti cambi di direzione e la fase di assestamento seguita all’arrivo dell’attuale management.
Il movimento in radio
Non meno intensa la partita sul fronte radiofonico. Al Giornale Radio Rai i bandi riguardano settori strategici come Editing Uno – Profonda Notte, Cultura e Spettacoli, Politico-Parlamentare e Vaticano e Informazione Religiosa. Un’offensiva di selezioni che testimonia un riassetto complessivo dell’informazione radiofonica. Prevista anche la nomina di un nuovo caporedattore dei programmi del Gr, figura chiave per il rilancio della fascia notturna e dell’approfondimento culturale.
In parallelo, la direzione radiofonica si prepara a un cambio di stagione più ampio. Dopo l’uscita del vicedirettore dell’Intrattenimento prime time Giovanni Anversa, è atteso l’arrivo di Gianfranco Zinzilli alla guida dei canali digitali (Rai Tuttaitaliana, Radio Techetechete), in sostituzione di Marco Lanzarone, destinato a Rai Cultura. Sul tavolo anche l’ipotesi di una staffetta a Radio 3, dove la nuova direttrice Simona Sala starebbe preparando il passaggio di consegne a Ilaria Sotis entro il prossimo anno.
I nuovi dirigenti e le partite aperte
Nel frattempo, a viale Mazzini si lavora per riempire le caselle lasciate vuote dai pensionamenti. La direzione Affari Istituzionali, orfana di Angela Mariella (passata all’Offerta informativa), è temporaneamente sotto la supervisione dell’ad Giampaolo Rossi. Ma i ragionamenti in corso puntano a una possibile fusione con la Direzione Relazioni Internazionali di Simona Martorelli, anch’essa prossima al pensionamento. In pole position, due nomi noti: Maria Antonietta Spadorcia, vicedirettrice del Tg2, e Incoronata Boccia, in forza all’ufficio stampa Rai.
L’elenco delle nuove nomine è lungo e segna la volontà di “dare ossigeno alla macchina”, come commenta un funzionario. Tra i nuovi dirigenti figurano Alessandra Abbate, Giorgio Balocco, Roberto Buzzi, Cristiano D’Agostino, Olga Ferraioli, Maurizio Foderaro, Fabio Giovannelli Barletta, Angelica Guerrieri, Riccardo Lanzidei, Sabrina La Delia, Giacomo Marchettini, Alessandra Menichelli, Davide Pantano, Francesca Pellegrini, Federica Pitascio, Anna Ruggeri, Stefano Salandini, Annalisa Vacca e Gianluca Visalli.
Il valzer dei corrispondenti
Sul fronte estero si prepara infine un vero e proprio valzer di corrispondenti. A New York, dopo la promozione di Valerio e in vista del pensionamento di Laura Pepe, è atteso un nuovo bando per la seconda sede. Potrebbero inoltre aprirsi le partite di Parigi — nel caso in cui Gennaro Sangiuliano scelga la politica campana — e di Berlino, dove il pensionamento di Rino Pellino è previsto per marzo.
Un mosaico di movimenti che, messo insieme, racconta la fisionomia di una Rai in piena transizione. Tra pensionamenti, ricambi e nuove alleanze interne, il servizio pubblico si prepara a un inverno di scelte delicate. “È un momento di forte dinamismo — spiega un dirigente — ma anche di equilibri da ricostruire: la Rai resta un microcosmo dove ogni nomina sposta gli assetti, e nessuno vuole restare indietro”.
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