Nella sigla un allegro caravan si ferma nel deserto, tra cactus in fiore, sotto il sole cocente e due colorate tavole da surf. Quanta allegria avrebbe detto Mike subito dopo aver bastonato simpaticamente una concorrente. E con questo spirito gioioso si apre “Camper”, corposo capitolo dell’intrattenimento estivo che Rai Uno ha pensato di proporre anche quest’anno.
Da un’idea di Angelo Mellone, perché Stefano Accorsi era evidentemente impegnato altrove, “Camper” vanta la bellezza di tredici autori per novanta minuti di programma, più o meno quasi sette minuti a testa. Alla guida Giuseppe Calabrese detto Peppone, sorridente come pochi ma simpatico a modo suo, con quell’aria entusiasta da campeggiatore che per puro caso ha trovato un corso d’acqua vicino alla sosta. Lo show si ripromette di viaggiare ogni giorno tra «sapori, borghi, spiagge, tradizioni e tanta estate italiana!» col punto esclamativo, come recita il comunicato ufficiale. E la sua caratteristica principale è che per ogni collegamento manca rigorosamente l’audio all’esterno, quindi il nostro Peppone e la sua aria bonaria e rassicurante, commenta passo passo quel che viene detto dall’ospite nel luogo in cui arrivano le telecamere senza che l’altro faccia una piega perché, appunto, non sente e l’inviata si guarda bene dal riferire alcunché, anzi ci parla sopra non sia mai si dovesse capire qualcosa. Quindi battute e freddure si infrangono sugli scogli, sui muri medievali o sulle fontane zampillanti del Bel Paese in attesa paziente di un ritorno. Praticamente come Penelope formato piccolo schermo, ma senza tela.
Tra le altre puntute caratterizzazioni della trasmissione ci sono una scaletta creativa, in grado di passare serenamente dall’olio, definito con arguzia «un ingrediente importante della cucina» ai poveri Jalisse, che vengono ancora una volta invitati solo per essere sbeffeggiati come campioni del mondo di canzoni respinte da Sanremo.
Nel mezzo, la rubrica sui gatti, tipici animali domestici anche se in studio si parla dei Bengala, più o meno 1.200 euro a esemplare che di questi tempi chi non vorrebbe spendere per un simpatico felino. E poi all’improvviso Luca Sardella e il suo cappello accompagnato da un signore vestito da faraone che a cercare in rete si scopre essere un artista che lavora papiri ma a “Camper” indossa solo il copricapo egizio e un filo di matita sotto gli occhi, senza alcuna spiegazione, parla delle sue esperienze di tremila anni or sono e l’esperienza lisergica a stomaco vuoto ha il suo deciso fascino.
Alla fine l’amabile Peppone si congeda dal pubblico con le lettere di complimenti giunte in redazione mentre balla sulla sigla e lancia il Tg1. Ma ci vuole pazienza, in tv la chiamano estate.
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DA GUARDARE
Anche la Rai, a volte, fa cose buone. Per esempio trasmettere le prime due stagioni di “Skam Italia”. Certo, ad arrivare in chiaro ci ha messo solo sette anni e andrà in onda (su Rai2) in tarda serata che per i disturbi alimentari e l’omosessualità la notte porta consiglio. Ma è meglio di niente per una serie che merita sul serio.
MA ANCHE NO
Max Giusti sembrava pronto a godersi la sua nuova vita: le imitazioni di chef Cannavacciuolo, Renato Zero e Alessandro Borghese nel “Gialappa’s show” erano state davvero dei gioielli lanciati in palinsesto. Dunque, meglio smettere subito e passare a Mediaset per condurre un giochino qualunque.