Televisione
15 settembre, 2025Frecciatine, politica e record nella cerimonia per le migliori serie tv dell'anno. Javier Bardem con kefiah e pugno chiuso. Owen Cooper il più giovane attore maschio mai premiato
Una notte di frecciatine. La cerimonia degli Emmy dal Peacock Theater di Los Angeles condotta dal comico Nate Bargatze è stata un continuo ping pong e nonostante i riferimenti espliciti a Gaza siano stati solo due, quelle contro l’amministrazione Trump non si sono risparmiate, a partire proprio dalla scelta dei titoli premiati.
Nella serata tre le serie che hanno letteralmente trionfato: la commedia The studio di Seth Rogen che ha vinto 13 statuette stabilendo un record per la categoria. Perché la comicità quando la sai usare bene non ha rivali. Trionfo anche per la serie britannica "Adolescence" ma soprattutto "The Pitt", il medical drama che a trent’anni da E.R., ha letteralmente sbaragliato la favoritissima “Scissione”, entrata come miglior candidata e tornata a casa con due sole statuette per la recitazione, tra cui quella a Tramell Tillman, primo attore nero a vincere un Emmy come non protagonista in una serie drammatica. E già questa sarebbe una notizia.
Una cerimonia che premia un attacco diretto allo smantellamento inesorabile della sanità pubblica (dal 24 settembre su Sky), una ferocissima satira su quella che è l’industria più fiorente americana ovvero il cinema di Hollywood e la miniserie inglese che mette sotto attacco diretto la violenza e il disagio giovanile.
Tanti gli attori con la spilletta “cessate il fuoco”, Javier Bardem con la Kefiah e il pugno chiuso e la star di "Hacks" Hannah Einbinder (Emmy come miglior attrice non protagonista in una serie comica) ha concluso il suo discorso con le parole «Forza Birds, fanculo l'ICE (la polizia federale dell'immigrazione) e liberate la Palestina». Anche Einbinder aveva siglato la lettera aperta firmata da 3900 personalità del settore che si impegnavano a non sollaborare con istituzioni e società cinematografiche israeliane "coinvolte nel genocidio e nell'apartheid contro il popolo palestinese".
Adolescence, la miniserie inglese dei record porta a casa otto statuette: serie, regia sceneggiatura, gli attori tra cui quella al più giovane attore mai salito su quel palco. Owen Cooper, emozionatissimo dall’alto dei suoi 15 anni ha ringraziato tutti: «Essere qui è assolutamente surreale. Quando ho iniziato a fare teatro qualche anno fa non avrei mai neppure immaginato di essere negli Stati Uniti – ha detto – Se ascolti i tuoi sogni puoi realizzare qualsiasi cosa, io ero niente qualche anno fa. Uscite dalla vostra comfort zone non importa se provate imbarazzo». Con lui premiati l’attore protagonista, lo straziante Stephen Graham padre del giovane assassino nella serie, e la psicologa, l’attrice (non protagonista) Erin Dohertye
Restano a bocca asciutta “White Lotus”, Colin Farrell a cui scappa di mano il premio per “The Penguin” e un con un certo rammarico mancano la vittoria due star che avrebbero meritato il riconoscimento a prescindere: Kathy Bates per “Matlock” ed Harrison Ford per “Shrinking”
Tutti in piedi per Stephen Colbert. Il suo “The late-show” ha vinto l’Emmy come miglior talk dopo la cancellazione a sorpresa della Cbs all'inizio di quest'anno, annunciata pochi giorni dopo che la Paramount, la società madre della CBS, ha risolto una causa con l'amministrazione Trump. Colbert raramente si era lasciato sfuggire l’occasione di prendere in giro Trump e il presidente alla notizia dello stop definito dello show scrisse elegantemente su Trouth: «Sono assolutamente felice che Colbert sia stato licenziato. Il suo talento era persino inferiore ai suoi ascolti» scrisse su Trouth. Per tutta risposta, Colbert aveva ribattuto, guardando direttamente in camera: «Come si permette signore? Un uomo senza talento sarebbe forse in grado di comporre la seguente facezia satirica? Vattene a fanculo. Nel weekend abbiamo assorbito la notizia che cancelleranno il nostro programma, ma hanno commesso un errore: mi hanno lasciato vivo. E ora per i prossimi dieci mesi si va senza guanti. Finalmente posso dire la verità al potere senza edulcorare e dire quello che penso veramente di Donald Trump, a partire da ora». Durante la cerimonia, con la statuetta stretta tra le mani e una folla in piedi in abito da sera ha ringraziato per il tributo a un lavoro durato ben 10 anni: «Nel settembre del 2015 a Spike Jonze dissi che mi sarebbe piaciuto fare uno show a tarda notte che parlasse d’amore. Ma a un certo punto e potete bene immaginare quale, ho capito che stavamo facendo uno show comico a tarda notte sulla perdita. E questo è legato all'amore, perché a volte capisci veramente quanto ami qualcosa solo quando hai la sensazione di poterla perdere. Non ho mai amato il mio Paese così disperatamente. Dio benedica l'America. Siate forti, siate coraggiosi e se l'ascensore cerca di portarvi giù, impazzite e prendete a pugni un piano più alto».
Durissimo anche l’intervento del presidente della Television Academy, Cris Abrego contro la chiusura della CPB, la società che gestisce l'emittenza pubblica a cui Trump ha tagliato di netto finanziamenti. «Non possiamo essere neutrali – ha detto Abrego – la cultura è un bene pubblico non una piattaforma per i privilegiati». E se queste parole se le ripetessero spesso anche dalle nostre parti non farebbero un soldo di danno.
TUTTI I PREMI
Miglior serie drammatica: The Pitt
Miglior serie comica: The Studio
Miglior miniserie o serie antologica: Adolescence
Miglior reality competition: The Traitors
Miglior talk show: The Late Show With Stephen Colbert
Miglior variety series (scripted): Last Week Tonight With John Oliver
Miglior speciale varietà (live): SNL50: The Anniversary Special
Miglior attore in una serie drammatica: Noah Wyle per The Pitt
Miglior attrice in una serie drammatica: Britt Lower per Scissione
Miglior attore non protagonista in una serie drammatica: Tramell Tillman per Scissione
Miglior attrice non protagonista in una serie drammatica: Katherine LaNasa per The Pitt
Miglior attore in una miniserie o film tv: Stephen Graham per Adolescence
Miglior attrice in una miniserie o film tv: Cristin Milioti per The Penguin
Miglior attore non protagonista in una miniserie o film tv: Owen Cooper per Adolescence
Miglior attrice non protagonista in una miniserie o film tv: Erin Doherty per Adolescence
Miglior attore in una serie comica: Seth Rogen per The Studio
Miglior attrice in una serie comica: Jean Smart per Hacks
Miglior attore non protagonista in una serie comica: Jeff Hiller per Somebody Somewhere
Miglior attrice non protagonista in una serie comica: Hannah Einbinder per Hacks
Miglior sceneggiatura drammatica: Dan Gilroy per Andor
Miglior sceneggiatura comedy: Seth Rogen, Evan Goldberg, Peter Huyck, Alex Gregory, Frida Perez per The Studio
Miglior sceneggiatura miniserie: Jack Thorne, Stephen Graham per Adolescence
Miglior sceneggiatura varietà: Last Week Tonight With John Oliver
Miglior regia serie drammatica: Adam Randall per Slow Horses
Miglior regia comedy: Seth Rogen per The Studio
Miglior regia miniserie: Philip Barantini per Adolescence
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