Televisione
22 settembre, 2025Dopo un debutto imbarazzante il programma della domenica aveva prova ad aggiustare qualcosa. Ma senza cambiare l'effetto generale. Che non ha visto nessuno. E dopo solo due puntate la Rai ha deciso per la chiusura
Sarà anche stato come si legge nel comunicato della Rai “un esperimento per offrire contenuti rinnovati”. Ma l’esito si era capito dai primi istanti che avrebbe ha lasciato un po’ a desiderare, al punto che dopo solo due puntate visto il precipizio del 2,6 per cento di share, “BellaMa’ di sera” chiude senza appello.
Il programma quotidiano di Pierluigi Diaco, sbarcato al calar delle tenebre domenicali sempre su Rai Due, aveva effettivamente regalato brividi sperimentali a partire dall’abuso dell’occhiolino elargito dal conduttore, tanto era gratis. «Ci vediamo dopo la pubblicità» – occhiolino. Bentornati da noi – occhiolino. E ora cantiamo tutti insieme – occhiolino e così via. D’altronde è la rete del buonumore, e pazienza se dopo la prima puntata lo show nato antico era precipitato sotto il 4 per cento.
Per rinvigorirlo allora sono stati apportati opportuni aggiustamenti in corsa, a partire dal taglio netto al Tg Trio, via il povero Michele Cucuzza e l'altrettanto povero Attilio Romita e con loro via le «Emozioni legate all’attualità cazzara». Meglio lasciare solo Flora Canto che canta e lancia eleganti battute sulla stitichezza e tenere anche lo spirito innovativo del programma ovvero la musica di un tempo, le sigle di un tempo, gli ospiti di un tempo, i luoghi di un tempo. E sarà forse per tenere fede a questo assunto che per passare il famoso tempo gli spettatori hanno continuano a fare un giro senza meta da un’altra parte.
Eppure è strano che il pubblico non abbia voluto premiare Diaco che canta nelle retrovie, perché lui le sa tutte, muovendo le spalle a ritmo. E strano anche che in chiusura di questo pazzo divertimento sia stata apprezzata solo da 400mila spettatori la rubrica “Scotta il telefono”, con Valeria Marini in trasparente chiamata a risolvere i problemi del cuore altrui. Certo, in versione più sobria, per lei solo doppi sensi su un trono dorato.
Evidentemente il letto rotondo e il gatto da accarezzare della prima puntata erano sembrati troppo anche a quella decina di autori impegnati ad arrivare alla fine. Che tengono famiglia pure loro, ma c’è un limite a tutto, persino su Rai Due.
DA GUARDARE
Romantica quanto basta, cinica e piena zeppa di buon sesso: la serie svedese Netflix “Diario dei mie due di picche” si lascia guardare con piacere anche se la lingua originale risulta un po’ ostica. E i disastri amorosi di Amanda, trentunenne nemica di se stessa, alla fine diventano terreno comune per tanti.
MA ANCHE NO
Gli inutili ottimisti hanno diffuso la notizia con un sorriso soddisfatto: dopo 38 anni entra a “Beautiful” la prima coppia gay e la soap opera si tinge di arcobaleno. Poi ci sono tutti gli altri, che si sono detti senza nessuna soddisfazione: ci hanno messo 38 anni per far entrare a “Beautiful” una coppia gay.
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