Osteggiato in vita, glorificato dopo la morte. Giovanni Falcone era il magistrato dei “teoremi” che “parlava troppo” – per i boss mafiosi, ma anche per pezzi dello Stato – diventato improvvisamente un simbolo (anestetizzato?) dopo quel 23 maggio del 1992. Ma il suo insegnamento continua “a camminare sulle gambe di altri uomini”, come diceva lui stesso. E allora “scusate”, direbbe in punta di piedi oggi Falcone, ma “sono ancora qui”. La nuova vignetta di Mario Biani per L’Espresso
Visioni
23 maggio, 2025Il magistrato dei “teoremi” che “parlava troppo” diventato improvvisamente un simbolo (anestetizzato?) dopo quel 23 maggio del 1992. Ma il suo insegnamento continua “a camminare sulle gambe di altri uomini”, come diceva lui stesso
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