Non contenti del finanziamento pubblico, gli onorevoli hanno tentato di racimolare altro denaro con il 5 per mille alle loro fondazioni. Ma il risultato è stato tragicomico: solo in 84, ad esempio, hanno dato la loro quota a Baccini e in 52 ad Alemanno, mentre D'Alema è riuscito a convincerne 253 (su 30 milioni di contribuenti)

Di destinare il proprio 5 per mille ai politici, gli italiani non ne vogliono proprio sapere. Le fondazioni che rispondono ai diversi onorevoli, spesso delle correnti di partito mascherate, hanno incassato quest'anno l'ennesima sonora bocciatura dei cittadini al momento della riscossione dei fondi dell'Irpef, segnando risultati peggiori rispetto ai già magri raccolti delle stagioni passate.

Poche centinaia di firme e qualche migliaio di euro nella migliore delle ipotesi, con somme inferiori allo stipendio mensile di un onorevole. L'elenco diffuso dall'Agenzia delle Entrate, riguardante il gettito del 2010 distribuito in questi giorni, rappresenta una vera e propria figuraccia per molti esponenti di primo piano dei partiti. La fondazione Italiani-Europei presieduta da Massimo D'Alema è riuscita a convincere 253 persone (su circa 30 milioni di contribuenti) a destinarle il 5 per mille, per un totale di poco superiore ai 10 mila euro. Un crollo che sfiora il 50 per cento rispetto al 2009, quando erano stati raccolti quasi 15 mila euro complessivi.

Segno meno anche per la fondazione Nuova Italia del sindaco di Roma Gianni Alemanno, che ha raccolto 52 firme e poco più di seimila euro, perdendo settecento euro dal 2009 e dimezzando i donatori complessivi. Anno da dimenticare pure per l'esponente del Pdl Mario Baccini, che con la sua Foedus ha raccolto 11 mila euro, quasi tremila in meno del 2009, per solo 84 donatori complessivi.

La fondazione Craxi di Stefania Craxi del Pdl ha invece raccolto oltre 3.500 euro, l'ex ministro Franco Frattini con la sua "Alcide De Gasperi" ha eguagliato gli oltre novemila euro del 2009 (perdendo però per strada 16 donatori) e la fondazione La Malfa dell'onorevole Giorgio La Malfa festeggia addirittura il superamento dei 15 mila euro.

Curiosità da non sottovalutare è l'entità delle donazioni. Se il 5 per mille degli italiani vale in media 27-28 euro (tanto ricava ad esempio Emergency da ognuno dei suoi oltre 300 mila sostenitori), le persone che finanziano le fondazioni dei politici guadagnano molto di più. Il donatore tipo della Nuova Italia di Alemanno versa 126 euro, cinque volte la media nazionale, e i gruppi di Baccini e Frattini raccolgono oltre 130 euro pro capite. Facile intuire che tra i pochi sostenitori ci siano proprio i vari politici che con questa partita di giro finanziano le attività dei loro gruppi.

La vittoria morale di questa annata di 5 per mille va però alla fondazione Amintore Fanfani, che tra i suoi consiglieri annovera il senatore del Pdl Cesare Cursi e il sottosegretario del Governo Monti Antonio Malaschini. L'anno scorso era riuscita nell'impresa di raccogliere solo una firma e 5 euro di fondi, mentre quest'anno può festeggiare dall'alto dei suoi cinque donatori e 736 euro raccolti. Non proprio uno spot positivo per un'associazione che conta una trentina tra revisori e consiglieri tra cui cardinali, banchieri e politici: se neppure loro finanziano la fondazione, perché dovrebbe farlo qualcun altro?