Le elezioni ormai prossime saranno un banco di prova decisivo per gli investimenti
A volte i mercati hanno regole semplici. ?Se c’è qualcuno disposto a comprare in maniera massiccia, a prescindere dal fatto che le cose vadano bene o male, i prezzi tendono a salire. Il caso del Giappone ai tempi dell’Abenomics non fa eccezione. La politica espansiva messa in atto dalla Banca del Giappone e dal primo ministro Shinzo Abe a partire dalla fine del 2012 ha spinto moltissimi investitori a scommettere su un Paese che prima, ai dispetto dei successi globali della sua industria, veniva guardato con grande diffidenza.
Nel giro di pochi mesi l’indice Nikkei 225, che raccoglie i titoli più importanti della Borsa di Tokyo, ha raddoppiato le quotazioni. Come spesso accade, gli strappi eccessivi vengono seguiti da una fase di assestamento, ?che anche in questo caso non è mancata ed è durata diversi mesi. Poi, quando la situazione si è ingarbugliata, con il Pil del trimestre luglio-settembre 2014 sceso dell’1,6 per cento su base annua, il mercato è stato puntellato dai nuovi acquisti di titoli azionari annunciati a fine ottobre dal fondo pensione dei dipendenti pubblici (il cosiddetto Gpif).
Quanto sia importante il sostegno arrivato dalle istituzioni lo dicono i calcoli effettuati dalla banca d’affari J.P. Morgan. Il fondo governativo giapponese ha deciso ?di spostare parte dei propri investimenti sul settore azionario. In particolare, sul mercato domestico verrà diretto un flusso di acquisti che J.P. Morgan stima in circa 80 miliardi di dollari, esattamente l’ammontare che il Gpif aveva investito ?tra la fine del 2012 e l’inizio del 2013, quando il rally della borsa giapponese ?era partito.
Ecco perché, proprio in questi ultimi giorni, l’indice Nikkei ha segnato ?i nuovi valori massimi da molti anni, superando per il momento lo choc subito nei giorni del crollo del Pil e dell’annuncio delle elezioni anticipate, giudicati da J.P. Morgan un vero e proprio “crash test”.
È chiaro che, di fronte a questo fenomeno, i grandi investitori internazionali non sono rimasti alla finestra. E hanno comprato alla grande. «Bisogna considerare che per anni gli investitori avevano un’esposizione molto limitata sul Giappone. Di fronte ?a un rovesciamento delle prospettive come quello che si è verificato, molti si sono ritrovati a rincorrere», dice Corrado Cominotto, gestore di Banca Generali.
Ora il punto è vedere che cosa accadrà dopo le elezioni. Un appuntamento che Alberto D’Avenia di Allianz Global Investors giudica come un «voto di fiducia sulle politiche ?di Abe da parte dell’elettorato». Da cui ?non dipendono solo le sorti del Giappone. Perché il fondo Gpif non comprerà solo titoli nipponici, ma anche internazionali, per altri 90 miliardi di dollari.