“Così passa il messaggio che drogarsi non faccia male”. Il senatore di Ncd, autore della legge, rivendica la riduzione degli incidenti stradali e punta il dito contro le multinazionali del tabacco: “Vogliono riciclarsi nella vendita di cannabis”

“Altro che 25 aprile, questa è una giornata di lutto”. Il senatore di Nuovo centrodestra Carlo Giovanardi è furioso. Proprio lui, che alla norma sugli stupefacenti ha dato il nome, non riesce a capacitarsi della decisione della Consulta che ne ha stabilito l’incostituzionalità. Respinge “le balle degli antriproibizionisti” sull’aumento dei detenuti, ascrive meriti inimmaginabili alla legge (“la riduzione delle vittime di incidenti stradali”) e punta dritto verso quella che ritiene essere la vera minaccia del pronunciamento: “Così passa il messaggio che drogarsi non sia pericoloso”.

Allora senatore, non avrà fatto salti di gioia alla notizia della sentenza…
La Corte si è appigliata a un cavillo giuridico senza entrare nel merito: ha stabilito che mancavano i presupposti di necessità e urgenza del provvedimento ma ha confermato gran parte degli articoli della legge. Di fatto hanno solo cassato le tabelle (che equiparano droghe leggere e pesanti, ndr). Ma che titolo hanno per farlo?

È pur vero che avevate inserito la legge nel decreto sulle Olimpiadi invernali di Torino. Non proprio una materia affine…
Il decreto precisava anche nel titolo che c’erano “disposizioni per favorire il recupero di tossicodipendenti recidivi”. Quindi proprio non capisco.

Resta il fatto che equiparare hashish e marijuana con l’eroina a molti è sembrata una forzatura
Ma se sono stati i tossicologi a chiedercelo esplicitamente, vista la pericolosità attuale della cannabis! In ogni caso a chi dice che usciranno 10 mila detenuti, faccio presente che la nostra legge prevedeva da 6 a 20 anni di reclusione per eroina e cocaina, mentre quella che sarà ripristinata ne prevede da 8 a 20 anni.

Allora avrà di che essere contento, visto che aumentano le pene per gli spacciatori
Guardi, quello che a me disturba è il messaggio che passa. Ovvero: “Ragazzi, guardate che la cannabis è leggera, che farsi una canna non è niente e drogarsi non è pericoloso”. Se il Parlamento decidesse di liberalizzare la marijuana, io ne prenderei atto. Ma che decida la Corte costituzionale… In otto anni ci sono stati due diversi Parlamenti e quattro governi e nessuno ha mai pensato di toccare la legge. Allora oltre al Senato abroghiamo anche la Camera dei deputati, tanto a che serve…

Fra le varie accuse alla legge, c’è quella di aver riempito le galere di piccoli spacciatori
Queste sono le balle degli antiproibizionisti. Se uno va a prendere il numero dei detenuti, scopre che il numero dei tossicodipendenti in carcere è diminuito dopo l’entrata in vigore della legge. La verità è che stanno in carcere perché le regioni non pagano le rette alle comunità di recupero. Senza contare che in questi anni i morti degli incidenti stradali sono passati da 7 mila a 3 mila.

Merito della legge? Certo, perché si è diffusa la consapevolezza dei danni provocati dal fatto di guidare ubriachi o fatti di cannabis. La nostra era una legge basata sulla filosofia del recupero e della prevenzione.

Ma allora come si spiega un tale dispiegamento contro questa norma?
Non bisogna dimenticare che ci sono interessi fortissimi in gioco e che a livello internazionale c’è la spinta delle multinazionali del tabacco a riciclarsi sulla cannabis.

Tutti “venduti” al grande capitale?
Ci saranno anche persone in buona fede, certo è che c’è chi fa propaganda e tradisce i giovani raccontando che la cannabis è una roba da ridere. Ha ragione Berlusconi su questo, la Corte costituzionale è diventata un organo politico. Per quanto mi riguarda io sto con Paolo Borsellino, che diceva che la liberalizzazione sarebbe il più grande regalo alla criminalità organizzata.