Negozi semivuoti, bar dove la gente si ferma il minimo indispensabile. Ma tutte le attività commerciali sono aperte: la capitale francese non si ferma. Anche perché, dice un negoziante: "Non possiamo fare altro"

Il lunedì dei parigini è una giornata di apparente normalità. Oggi le scuole hanno riaperto, così come gli uffici, le banche, la posta, i negozi e i supermercati.

 Come se questo terribile week-end di morte e di sangue non fosse mai accaduto. E' quello che la città, il mondo intero vorrebbe credere ma non è possibile. Basta essere a place de la République a mezzogiorno, durante il minuto di silenzio; si ferma qualunque cosa, anche il traffico. I commessi escono tutti dai negozi guardando la statua - al centro della piazza - che ai suoi piedi è sommersa di gente, telecamere, fiori, candele. Tutti a rivolgere un muto pensiero, una preghiera, alle vittime dell'atrocità terroristica. E anche dopo non c'è ovviamente voglia di tornare a lavorare: come già successo sabato, quando alla fine la maggior parte dei negozi erano stati chiusi, anche oggi non c'é molta gente. Il lunedì non è mai giorno di shopping a Parigi: ma stavolta è chiaro che la motivazione ì un'altra e nessuno ha la testa per andare a fare spese, tranne quelle necessarie.
L'analisi
Parigi sotto attacco, colpiti i simboli di una capitale multietnica e multireligiosa
14/11/2015

"Noi non abbiamo notato differenza oggi, piuttosto ieri" dice  Sandrine, proprietaria di una piccola boulangerie nel Marais "Siamo aperti la domenica e generalmente c’è una fila spaventosa per tutto il giorno, perché questo è un quartiere dove i negozi sono sempre aperti. Ieri c'era davvero poca gente. Oggi siamo tornati nello standard normale, perché tutti sono tornati a lavorare".

In effetti nessuna delle attività della città è chiusa: il lutto nazionale – almeno quello ufficiale – è finito e si deve tornare a una parvenza di normalità, di una quotidianità che rassicura. Marcoè il proprietario di un negozio che vende all'ingrosso vestiti per uomo. "Mi hanno annullato due appuntamenti stamattina. Sono clienti che verranno comunque tra qualche giorno. Non ho mai pensato di chiudere il mio negozio oggi. Bisogna cercare di andare avanti e riprendere le nostre attività in modo quanto più normale possibile. Non possiamo fare altro".

In una boutique di SFR, celebre operatore telefonico francese, non c'è nessuno. Ci racconta Claude: "Da stamattina saranno entrate forse cinque persone, solo chi ha davvero un'urgenza da risolvere. Ma nessuno che avesse intenzione di comprare un telefono o un accessorio o che avesse la curiosità di guardare le vetrine. In genere c'é un flusso continuo di appassionati, quando si tratta di cellulari". Poco lontana c'è una brasserie, sempre molto frequentata. Marc, uno dei camerieri, ammette: "A parte clienti di passaggio, ci sono meno persone che si siedono e restano a parlare come sempre. Lo fa proprio chi magari ha un appuntamento di lavoro. Poi ieri qui c'é stato il panico perché a un certo punto c'é stato un falso allarme e sono tutti scappati mentre noi abbiamo chiuso di corsa. Con questo clima non si ha tanta voglia di bersi un caffé comodamente".
null
Parigi sotto attacco, le voci dei giovani: "Se chiudiamo Parigi, chiudiamo l'Europa"
14/11/2015

Un po' lo stesso discorso nel centro commerciale de Les Halles, altra zona centrale e sempre frequentata. E' vero che ci sono i lavori in corso per un mega-progetto di rifacimento e che dunque momentaneamente ci sono meno negozi. Ma intanto la prima novità è che controllano la borsa all'entrata. O meglio, una sorta di pseudo-controllo. E ogni volta che questa misura a Parigi viene riproposta é il segno che c’é una soglia di attenzione molto alta. Una volta dentro, per accedere alla Fnac, il controllo é più rigoroso e fatto anche con l'utilizzo del metal detector. François, cliente abituale, ci racconta: "Vengo spesso qui perché mi piace andare a scoprire le novità discografiche e letterarie. Oggi non vedo quasi nessuno, mi sembrava di avere il negozio quasi solo per me".

Si ha un po' la stessa sensazione per la strada: la gente va di fretta, solo verso l'ora di pranzo i bar e i bistrot si riempiono come se non fosse successo nulla, perché comunque la gente approfitta della pausa per mangiare. Beaubourg, invece, é piena di gruppi di turisti orientali che cercano di visitare Parigi e di approfittarne come possono.