Per partecipare  con un’inchiesta sul tema della “verità, della giustizia e della pace” c’è tempo fino al prossimo 12 agosto, anniversario della strage di Sant’Anna di Stazzema

Entra nel vivo il premio giornalistico “Franco Giustolisi – Giustizia e verità”, indetto dal comune di Stazzema per ricordare il giornalista scomparso lo scorso novembre. Giustolisi, per decenni inviato dell’Espresso, era cittadino onorario di Stazzema, il Comune dove il 12 agosto 1944 i nazifascisti massacrarono più di cinquecento persone. Una cittadinanza conferitagli per la forza e la tenacia con cui, negli anni, si è battuto perché, sulle stragi commesse dai nazisti e dai fascisti tra il 1943 e il 1945, trionfassero verità e giustizia. Il suo libro “L’armadio della vergogna”, che racconta dei fascicoli processuali nascosti per più di trent’anni, è diventato una pietra miliare per capire le gravi responsabilità politiche che hanno impedito, nel dopoguerra, la celebrazione dei processi contro i responsabili di migliaia di assassinii di civili italiani.

Per partecipare al premio Giustolisi con un’inchiesta sul tema della “verità, della giustizia e della pace” c’è tempo fino al prossimo 12 agosto, anniversario della strage di Sant’Anna di Stazzema. E per farlo basta visitare il sito premiogiustolisi.it dove c’è tutto il necessario: dal regolamento del premio al modulo di partecipazione. Oltre alle notizie sulla vita del premio, comprese foto e cronaca della sua presentazione in Senato, lo scorso 8 maggio, con il presidente Pietro Grasso.

In questi giorni, mentre le prime inchieste stanno arrivando a Sant’Anna di Stazzema per partecipare al premio, un’altra pagina nera è stata però scritta nella lunga storia dei crimini commessi dai nazifascisti nel nostro paese. Dopo la scoperta dell’Armadio della vergogna i tribunali militari italiani avevano celebrato diversi processi contro ufficiali e sottufficiali nazisti. Lunghe e approfondite le indagini. Decine le condanne all’ergastolo inflitte. Dieci vennero comminate, nel 2005, anche per la strage di Sant’Anna di Stazzema.

Uno solo di quei dieci condannati è ancora vivo, Gerhard Sommer. Vive da sempre libero perché le sentenze dei tribunali non sono mai state eseguite. Sulla posizione di Sommer la procura tedesca di Amburgo aveva deciso di aprire un procedimento. Ma alla fine di maggio la stessa procura ha deciso l’archiviazione perché Sommer, che ha 93 anni, è stato considerato non in condizione di affrontare il processo. Una decisione che ha suscitato subito vivaci polemiche a cominciare da quella di Marco De Paolis, attuale procuratore militare di Roma e pubblico ministero del processo per la strage di Sant’Anna: “Mi dolgo del fatto”, ha detto il magistrato, “che la giustizia tedesca non sia riuscita a raggiungere lo stesso risultato di quella italiana”.