Secondo il ministero dell'Interno i flussi aumenteranno di quantità e di intensità. E il sistema di accoglienza rischia il collasso. Mentre le organizzazioni criminali che gestiscono i traffici si rafforzano
Le ondate migratorie non rallentano. Al contrario, esse sono destinate ad aumentare di quantità ed intensità. A comunicarlo è il Viminale, che entro fine settembre prevede che sulle coste italiane sbarcheranno almeno altri 20 mila profughi. Che si andranno ad aggiungere ai 111 mila già registrati e ai clandestini (per i quali non esistono dati ufficiali) già presenti sul territorio nazionale. E che metteranno a dura prova il sistema di accoglienza del governo.
Il Viminale, infatti, ha denunciato che la macchina dell'emergenza non è pronta per fare fronte a numeri così elevati e rischia di andare fuori controllo. Mancano fondi, strutture e soprattutto progetti sul futuro delle persone accolte. I profughi che il governo oggi già ospita nei centri di accoglienza governativi e nelle strutture regionali temporanee sono circa 94 mila. Per dare un tetto ai nuovi arrivati verranno ristrutturati e riattivati immobili pubblici inutilizzati di proprietà dello Stato o delle regioni. “Anche gli enti locali dovranno fare la loro parte” si legge in un comunicato. Verranno riaperte vecchie caserme, aree industriali in disuso, beni confiscati alla mafia e vecchie carceri.
Il governo sta dunque cercano di trovare delle alternative al collasso del sistema di accoglienza. Di progetti in merito al futuro dei migranti, però, non ce ne sono. Per adesso verranno ospitati nelle strutture a loro adibite, poi si aspetteranno nuove decisioni dei piani alti. Le tempistiche, però, si preannunciano lunghe. Oltretutto non esistono leggi internazionali che disciplinino tale materia.
Non c'è nessun riconoscimento giuridico per la figura del migrante e nessuna legislazione che preveda che vengano destinati loro degli aiuti.
Sia l'Italia che l'Unione europea che l'intera comunità internazionale si stanno dimostrando totalmente impreparate a fare fronte alle migrazioni di massa. Prova ne è l'inesistenza di una strategia comune e i continui e repentini cambi di posizione da parte dei diversi governi.
La Germania, per esempio, ha sostenuto per anni che quello dei migranti fosse un problema esclusivamente mediterraneo, fino a quando ha dovuto dichiarare l'emergenza immigrazione nei propri territori e ha comunicato che aiuterà l'Italia nella gestione dei flussi, sospendendo la Convezione di Dublino per i profughi siriani. Cosa che però non elimina il problema: secondo i dati del Viminale, infatti, i siriani sbarcati quest'anno sulle nostre coste sono soltanto il sei per cento del numero totale (6324 persone).
Al contrario, secondo il Viminale, ad essere consistenti ed in costante aumento sono i flussi via mare di cittadini marocchini - che non hanno diritto di asilo – e di minorenni, per cui la legge impedisce di rimandarli indietro finché non avranno raggiunto la maggiore età.
I trafficanti approfittano dello stallo della Ue per aumentare il numero di barconi da fare salpare e il numero delle persone che caricano a bordo. Nonostante gli arresti e i sequestri delle imbarcazioni, recentemente effettuati dalle autorità italiane, gli scafisti riescono a recuperare velocemente altri barconi e reclutano in continuazione nuove leve (gli ultimi arresti ai loro danno hanno coinvolto persone dall'età compresa tra i 16 e i 23 anni).
Inoltre gli scafisti sono consapevoli del fatto che i barconi verranno soccorsi dalla Guardia costiera e per questo non viaggiano con il loro carico, ma abbandonano l'imbarcazione in mezzo al mare. Avendo così gioco facile nell'evitare l'arresto. Ma facendo aumentare le morti di chi viene trasportato.