Un uomo di origini irachene legato ad Al Qaeda ha attaccato una pattuglia  ferendo  gravemente una poliziotta. Nonostante fosse già condannato. E nonostante le pesanti leggi anti jihadiste del Paese

Il terrorismo islamista torna a colpire in Europa e lo fa in quella che da molti è considerata l'attuale capitale europea: Berlino. A pochi metri di distanza dagli uffici di Angela Merkel, nel quartiere di Spandau, una poliziotta tedesca è stata attaccata con un coltello da un terrorista, ferendola gravemente. Immediatamente sono intervenuti i compagni di pattuglia dell'agente ferito, che hanno aperto il fuoco contro l'attentatore, uccidendolo. Un proiettile vagante ha anche colpito la poliziotta già ferita, che è stata immediatamente soccorsa e portata in ospedale, dove, dopo un rapido intervento medico, è stata dichiarata fuori pericolo.

La polizia di Berlino ha comunicato che l'attentatore è Rafik Y., il cui nome è completo e la nazionalità è però taciuto dalle forze dell'ordine in osservanza delle severi leggi che difendono la sfera privata. La stampa tedesca ha però reso noto che si tratta di una persona di origine irachena con precedenti penali per terrorismo e quindi già nota alle autorità di pubblica sicurezza. La sua militanza in Al Quaeda era infatti risaputa. Stabilitosi in Germania nel 2004 era già stato condannato a otto anni di reclusione per avere organizzato un attentato – poi fallito – al presidente iracheno Ijad Allawi durante una sua visita in Germania. Rilasciato per buona condotta, la polizia tedesca gli aveva imposto di presentarsi regolarmente in commissariato e di indossare un braccialetto che ne tracciasse gli spostamenti.

Ciò nonostante si era fatto notare per diversi episodi violenti di matrice islamista. Il più clamoroso era avvenuto pochi mesi fa, quando aveva fatto irruzione in un tribunale minacciando di morte un magistrato. La polizia tedesca aveva però deciso di non espellerlo, in nome dei diritti umani. Da qualche giorno, però, era riuscito a liberarsi del braccialetto, senza fare avere traccia di sé. Dopo non avere saputo più nulla di lui, la polizia di Berlino ha ricevuto delle chiamate spaventate da parte di alcuni cittadini, che denunciavano che una persona di origini mediorientali stava minacciando con un coltello i passanti a Spandau. Per questo una pattuglia si è subito recata sul posto. Venendo a sua volta attaccata.

La Germania si è dunque risvegliata vittima del terrorismo. Fino ad oggi il Paese era stato risparmiato dai grandi attentati che negli ultimi anni hanno colpito le maggiori capitali europee e mondiali. L'unico episodio che era passato alle cronache era stato un incendio doloso avvenuto lo scorso gennaio, quando era stato appiccato il fuoco a una redazione di un giornale di Amburgo, reo di avere pubblicato le vignette di Charlie Hebdo. A seguito di quell'evento il governo aveva approvato un pacchetto di leggi per prevenire eventuali attività terroristiche di islamisti di base sul territorio tedesco. Tali leggi prevedono il ritiro del passaporto fino a 3 anni a chi, dalla Germania, pianifichi voli verso Iraq e Siria o verso luoghi dove esistono campi di addestramento islamisti.

Le nuove leggi, inoltre, consentono di punire anche con la reclusione (da 6 mesi a 10 anni) l’islamista che si prepari a compiere un attentato o a recarsi a combattere nei territori dello Stato islamico. Ogni forma di finanziamento di gruppi fondamentalisti, anche solo del viaggio di un terrorista è perseguibile.

L'introduzione di tali misure è stata pensata per tagliari i ponti tra i gruppi terroristici attivi in Medio Oriente e le proprie cellule europee (sono oltre mille i terroristi islamici che dalla Germania è stato provato siano andati a combattere in Iraq, Siria e Turchia). Evidentemente ciò non è però sufficiente per indebolire le cellule locali, che, mimetizzano all'interno dei quartieri arabi e turchi delle città tedesche (Rafik Y. viveva a Neukoelln, quartiere turco di Berlino), che hanno dimostrato di sapere agire autonomamente.