Le donne italiane e l'orgasmo: per il buon sesso ci vuole l'emozione
I risultati dell'indagine Erosfem, la più ampia mai realizzata nel nostro paese, oggi sono raccolti nel saggio “Il piacere al femminile”. Da cui emerge un’immagine di donna consapevole e matura, che conosce il proprio corpo e cerca il piacere senza imbarazzi. E che cerca il sentimento più che le dimensioni
Orgasmo sì, ma con sentimento. Oggi le donne italiane si sentono libere di sperimentare la propria sessualità, senza moralismi, ma le emozioni restano il vero motore del piacere e di una relazione sessuale soddisfacente. E’ il quadro, inedito e in parte inatteso, che emerge da Erosfem, un’indagine su oltre 1200 italiane tra i diciotto e i cinquanta anni, intervistate via mail dai sessuologi Roberto Bernorio e Milena Passigato. L’indagine - la più ampia di questo tipo mai realizzata in Italia - è raccolta in un saggio in uscita per Franco Angeli, “Il piacere al femminile. Miti e realtà della funzione orgasmica della donna”.
Da cui emerge un’immagine di donna consapevole e matura, “che conosce il proprio corpo e cerca il piacere senza imbarazzi”, osserva Passigato. Le italiane, insomma, sembrano avere nei confronti del sesso un atteggiamento più sereno rispetto ad altre europee. Anche se il campione è inevitabilmente selezionato dal tema, oltre che dal fatto che i questionari sono stati inviati via e mail: a rispondere qui sono soprattutto donne di livello sociale medio alto, in grande maggioranza eterosessuali, e impegnate in una relazione anche se non sposate: “A un questionario sul sesso rispondono donne che non si sentono a disagio parlando di questi argomenti - osservano gli autori - ma lo stesso vale per tutte le indagini di questo tipo, incluse quelle celebri realizzate in passato”. Oggi, anzi, l’uso di internet offre maggiore intimità e aiuta ad affrontare senza imbarazzo temi molto personali.
Come l’orgasmo, concetto elusivo per definizione: provare a descriverlo a chi non l’ha mai provato, scriveva nel 1998 lo scrittore Stanley Thomas, è come spiegare l’arcobaleno a un non vedente. Ma il 92per cento delle intervistate sente di poter affermare che sì, ha provato un orgasmo. Anche se le strade per arrivarci possono essere varie.
“Il pregio di questa ricerca è che conferma alcuni elementi che emergono dalla nostra pratica clinica, e che non trovavano riscontro in letteratura”, osserva Bernorio. L’indagine infatti conferma che una donna su due non riesce a raggiungere l’orgasmo con la sola penetrazione, ma ha bisogno di stimolazione clitoridea. Oggi però le antiche diatribe sui due diversi orgasmi - clitorideo e vaginale - lasciano il campo un punto di vista più aperto, meno rigido: “Ogni orgasmo è un’esperienza molto personale e mutevole, che non è facile classificare”, spiega Passigato. “Quello che emerge dalla ricerca è che non esistono orgasmi di serie A e di serie B, ma una serie di varianti fisiologiche e percettive che rientrano nella normalità”.
Tanto che le preferenze delle intervistate appaiono equamente divise: un terzo delle donne sostiene di preferire l’orgasmo vaginale, un terzo quello clitorideo mentre le restanti non esprimono differenze di gradimento. La novità, semmai, è che accanto alle variabili legate alla stimolazione clitoridea, diretta e indiretta, emerge il rapporto anale, vecchio tabù ormai sdoganato dal 52 per cento delle intervistate, che afferma di averlo sperimentato.
“Ma il dato più interessante, e che ha sorpreso anche noi, è che circa la metà del campione afferma di raggiungere in questo modo l’orgasmo, in alcuni casi anche senza bisogno di altre stimolazioni“, osserva Bernorio. Siamo parlando di un gruppo limitato - circa il 9per cento del campione - ma si tratta comunque di una novità interessante, “che conferma - sottolinea il sessuologo - come l’orgasmo non possa essere categorizzato in schemi rigidi”.
Anche l’autoerotismo gioca un ruolo importante nel definire il piacere sessuale, “anche se in genere se ne parla poco - osserva Passigato - come se alle donne non interessasse molto". E invece, l’84 per cento delle intervistate afferma di essersi masturbata almeno una volta nella vita, nel 50 per cento dei casi prima dei quindici anni, e l’88,3 per cento del campione riesce a raggiungere sempre o quasi un orgasmo. Nella maggior parte dei casi, in meno di cinque minuti. "E questo dato sfata un altro mito - osserva Bernorio - quello della "lentezza femminile”, l’idea insomma che una donna abbia bisogno di più tempo di un uomo per eccitarsi. Anche se per le intervistate la masturbazione è un’esperienza sodisfacente, ma non molto praticata: meno di una volta al mese per circa la metà del campione. Come se le donne distinguessero tra soddisfazione pura e semplice e sessualità relazionale, preferendo nettamente quest’ultima. Si spiega così anche i giocattoli sessuali - soprattutto vibratori ma anche oli da massaggio o lubrificanti - vengano spesso utilizzati in compagna del partner. In qualche modo, il cuore “resta l’afrodisiaco per eccellenza” scrive Willy Pasini nella prefazione del volume. E l’appagamento femminile passa attraverso un’integrazione tra piano fisico, emotivo e relazionale.
“Oggi si tende a pensare che anche le donne vivano la loro sessualità con un certo distacco. Invece, a giudicare dalle risposte a questa indagine, vediamo che il sentimento ha un ruolo importante”, osserva Bernorio. Più delle famigerate dimensioni: il 62per cento delle intervistate sceglie come elemento fondamentale per una relazione sessuale soddisfacente il coinvolgimento emotivo, mentre solo il 7,3 mette al primo posto le “misure”.
Ai loro compagni, insomma, le donne chiedono di preoccuparsi meno della propria anatomia, e più di come si relazionano con la partner. Tanto che, quando il resto funziona, il fatto che qualche volta il culmine del piacere non arrivi non crea non crea grossi problemi : il 73 per cento delle donne osserva che non è indispensabile raggiungere l’orgasmo perché un rapporto sia soddisfacente. E anche le difficoltà sessuali, quando ci sono, nascono più che altro dalla difficoltà di lasciarsi andare, da una mancanza di fiducia e intimità: sono le motivazioni fornite dal 60per cento di quante non riescono a raggiungere l’orgasmo se stimolate dal partner. Il piacere insomma non è condizionato solo da meccanismi fisiologici, “tanto che forse tutto questo parlare di sessualità ricreativa, disimpegnata, finisce col generare qualche insoddisfazione in chi ha sottovalutato l’importanza degli aspetti emotivi” osserva Passigato.
Lo studio conferma che la sessualità femminile è più complessa e mutevole rispetto a quella maschile. E anche lo studio dell’anatomia genitale delle donne è appena agli inizi, sembra destinato a riservare ancora sorprese, “anche se abbiamo fatto grandi progressi - ricordano gli autori - dai tempi in cui i manuali di anatomia non menzionavano neanche la clitoride”.
Resta il fatto che le scoperte più interessanti non arrivano, per così dire, dall’hardware ma dal software, dai nostri pensieri e dalle nostre emozioni: ”Il messaggio che arriva da questa indagine - osserva Bernorio - è che non siamo macchine, le nostre esigenze sessuali si modificano con le diverse fasi della vita, seguono il nostro umore, reagiscono a quello che succede intorno a noi” . Per questo i sessuologi consigliano di prestare attenzione al “desiderio responsivo”: E’ vero che a molte donne succede di avere rapporti senza desiderarli davvero, per accontentare il partner - conclude Bernorio - però sappiamo che anche una donna che in quel momento non si sente interessata al sesso può cambiare idea se corteggiata e sollecitata in modo adeguato: con effetti decisamente positivi sul benessere della coppia”. L’organo sessuale più importante in fondo, come sostiene Woody Allen, resta quello che abbiamo tra le orecchie.