Marco Bersani: "Chi fa la guerra all'acqua non verrà lasciato in pace. Pubblicheremo il comportamento di ciascun parlamentare". La parlamentari di Sel e M5S ritirano le firme dal testo di legge

“Chi fa la guerra all'acqua non verrà lasciato in pace. Pubblicheremo il comportamento di ciascun parlamentare online”. Ad annunciare battaglia è Marco Bersani, esponente storico del Forum dei Movimenti per l'acqua che oggi è intervenuto insieme al collega Paolo Carsetti e alle deputate Serena Pellegrino di Sel e Federiga Daga del Movimento 5 Stelle ad una conferenza stampa sullo stato dei lavori della proposta di legge sull'acqua pubblica.

Le parlamentari hanno spiegato che da due giorni hanno abbandonato i lavori della commissione Ambiente “di fronte ad un testo che è stato completamente stravolto rispetto alla volontà referendaria” spiega la deputata di Sel che annuncia il ritiro delle firme, così “ora diventa il testo della maggioranza e che se lo votino”. Dello stesso avviso la grillina che si lancia in un “non nel mio nome”.

Simbolicamente anche i Movimenti prendono le distanze dal testo ritirando idealmente le 400mila firme, ma annunciano che “il Parlamento verrà reinvestito di una legge per la ripubblicizzazione dell'acqua, il movimento ne discuterà nei prossimi giorni, e ripresenteremo la legge fino a che non verrà discussa con dignità e consapevolezza".

Anche se in fondo, tra le associazioni, si fa largo la speranza che il Pd una volta approvata la legge alla Camera (che sarà discussa dal prossimo 29 marzo) possa poi abbandonarla al Senato pur di non tirarsi dietro la disapprovazione generale verso un testo su cui i 27 milioni di elettori del referendum difficilmente si riconoscono.

Ma nella lista delle insidie a preoccupare i Movimenti c'è prima di tutto il decreto al testo unico degli enti locali che come spiega l'altro esponente dei Movimenti per l'acqua pubblica, Paolo Carsetti “reintroduce le norme abrogate dal referendum sulla gestione dei servizi ai privati in totale contrasto con la volontà referendaria e con le pronunce della Corte costituzionale che nel 2012 hanno bloccato un tentativo simile perpetrato dall'allora governo Berlusconi. Si tratta di un fatto grave e che sta passando sotto silenzio, per questo chiederemo le dimissioni del Ministro Madia”.

Proprio stamattina in un'intervista al quotidiano Italia Oggi, Enrico Borghi uno dei deputati del Pd della commissione ambiente più bersagliato in queste ore ha ironizzato con una battuta “mi sono trasformato in un pericoloso privatizzatore a servizio delle lobby” e poi ha rilanciato le accuse “o non hanno capito il senso degli emendamenti o fanno finta di non capire”.

Fatto è che ora il Pd in questa battaglia sembra avere tutti contro e i Movimenti annunciano una serrata campagna contro chi voterà questa legge, cosa che non piacerà certo a Renzi.